Notizie Notizie Italia Ecofin può riaccendere lo spread, ma a fine anno potrà scendere fino a 250pb

Ecofin può riaccendere lo spread, ma a fine anno potrà scendere fino a 250pb

3 Dicembre 2018 17:01

Scende la febbre dell’Italia misurata dal termometro spread. Con il calo che sta mettendo a segno oggi lo spread Btp-Bund è già diminuito di oltre 50 pb dai picchi toccati il 20 novembre (con tasso del Btp decennale al 3,68%, massimi dal 2013). Una sponda importante in queste settimane è arrivata dai toni più distesi tra Italia e Ue con il governo italiano che sta lavorando per andare incontro alle richieste di Bruxelles in modo da evitare la procedura di infrazione. Oggi una sponda arriva dai rumor circa l’intenzione del governo di rivedere gli obiettivi di deficit in area 1,9%-2% per il 2019 rispetto al 2,4% indicato nella Manovra 2019.

Lo spread si avvia a chiudere in area 283 pb con rendimento del Btp decennale al 3,15%, sui minimi a due mesi.

Test Ecofin

Domani l’ECOFIN è chiamato a dare il suo parere sulla proposta della Commissione Europea a varare la procedura di infrazione contro l’Italia. Se sarà dato il parere favorevole alla proposta della commissione Ue di aprire una procedura, tale decisione “potrebbe essere mal interpretato temporaneamente dai mercati – asserisce Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte SIM – in vista di un negoziato ancora in corso con la Ue che si intreccia con l’iter di approvazione della legge di bilancio che interesserà quasi interamente il mese di dicembre”.

In alternativa l’Ecofin potrebbe di fatto passare la decisione alla riunione del Consiglio Europeo (riunione primi ministri e capi di stato della Ue) del 13-14 dicembre, il che consentirebbe di verificare meglio l’andamento dell’iter di approvazione della legge di bilancio in Parlamento.

 

Spazi per rally BTP ma non senza sussulti

I tempi per implementare le modifiche alla legge di bilancio sono piuttosto stretti. Le indiscrezioni di stampa segnalano che il governo si prepara ad effettuare verosimilmente tali modifiche con un maxiemendamento in sede di voto al Senato. Questa settimana la legge di bilancio è attesa essere votata alla Camera (con richiesta della fiducia da parte del governo). “Il successivo maxi emendamento al Senato potrebbe contenere anche i dettagli sul reddito di cittadinanza e su quota 100 in tema di pensioni. L’obiettivo è arrivare in tempo prima del pronunciamento della commissione europea attesa per il 19 dicembre“, sottolinea Cesarano che alla luce di quanto emerso dal G20 intravede la possibilità che un rally sui mercati azionari per fine anno si porti dietro anche un restringimento dello spread a 250pb.

Relativamente al possibile rally di fine anno, l’esperto di Intermonte evidenzia come il percorso potrebbe però essere non lineare con interruzioni in locale determinate ad esempio da dati macro o da decisioni delle banche centrali. Nel primo caso il riferimento è al mercato del lavoro Usa che vedremo il prossimo venerdì, nel secondo caso il focus è soprattutto sulla Bce del 13 dicembre che potrebbe rinviare a marzo l’atteso lancio una nuova operazione Tltro, pur risultando complessivamente dovish attraverso l’estensione temporale della piena allocazione delle richieste delle banche in sede di operazioni di rifinanziamento con la Bce.

Barclays vede caduta (seppur breve) in recessione

 

Intanto gli analisti mettono in conto i deboli riscontri economici arrivati a fine novembre con Pil italiano in contrazione dello 0,1% t/t nel terzo trimestre. Un nuovo trimestre in calo farebbe scattare ufficialmente una recessione tecnica per il Belpaese. Secondo Barclays si prospetta una recessione economica mite e di breve durata. La previsione della banca d’affari britannica è di un’economia debole e ancora in territorio negativo nel quarto trimestre di quest’anno (-0,1% t/t) prima di diventare piatta nel primo trimestre del 2019 e accelerare allo 0,1% nel secondo trimestre e allo 0,3% t/t nel terzo e quarto trimestre. Su base annuale, Barclays indica una crescita annuale in rallentamento allo 0,4% nel 2019 dallo 0,9% nel 2018. Stima ben inferiore al +1,5% indicato dal governo per il 2019.