Draghi: QE più potente delle attese, ora deve spingere consumi, investimenti e prezzi


“Il Quantitative Easing resterà in piedi per tutto il tempo necessario, è presto per cantare vittoria”. Questo il monito lanciato dal n.1 della Bce, Mario Draghi, intervenuto in occasione della “Michel Camdessuss Central Banking Lecture” presso il Fondo monetario internazionale. Il QE in salsa europea arriverà quindi a scadenza naturale, settembre 2016, nonostante le voci di una possibile fine anticipata. “Realizzeremo completamente il nostro programma di acquisti nei modi e nei tempi preannunciati” e comunque “finché non vedremo una ripresa della dinamica inflativa”.
Finora le misure non convenzionali attuate dalla Bce “si sono dimostrate potenti, più di quanto avessero previsto molti osservatori” e hanno posto “l’economia e il sistema finanziario in una posizione per rispondere agli impulsi monetari”. La forza delle misure, ha sottolineato Draghi, è inoltre dovuta all’interazione con “le riforme strutturali che sono stare realizzate” e in quest’ottica la continuazione del processo riformatore “è destinata a rendere la nostra politica proporzionalmente più potente”.
Una maggiore efficacia che fa il paio con l’assenza, fino a questo momento, di ripercussioni sulla stabilità finanziaria. “Se è inevitabile che un lungo periodo tassi di interesse bassi porti a una cattiva allocazione delle risorse, non è necessariamente vero che questo si tradurrà in minacce per la stabilità finanziaria”.
Dopo aver abbattuto i tassi d’interesse dei prestiti bancari, ora le misure dell’Eurotower devono andare a incidere su investimenti, consumi e inflazione. “Sebbene si sia già visto un effetto sostanziale delle nostre misure sui prezzi degli asset e sulla fiducia nell’economia, ciò che veramente conta è che si possa vedere un effetto equivalente sugli investimenti, sui consumi e sull’inflazione”.