Notizie Notizie Mondo Draghi a un passo dalla Bce. Rimane il nodo Bini Smaghi

Draghi a un passo dalla Bce. Rimane il nodo Bini Smaghi

23 Giugno 2011 09:15

La nomina di Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea (Bce) subisce uno scossone e si tinge di giallo. L’impasse che si è venuta a creare tra Parigi e Roma potrebbe minacciare di ritardare l’investitura ufficiale di Draghi. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, che cita fonti francesi, la nomina potrebbe essere addirittura posticipata.


Il nodo da sciogliere rimane dunque il sostegno francese. Da Oltralpe arrivano indicazioni contrastanti. Se da una parte la Francia continua ad appoggiare ufficialmente Draghi, dall’altra continuano ad arrivare pressioni per avere in cambio dell’arrivo di Draghi a Francoforte un transalpino nel comitato esecutivo. Confermando, di fatto, l’assetto attuale.  In questa direzione sono andate le parole del segretario di Stato per il Commercio estero, Pierre Lellouche. Nel corso di un’audizione all’Assemblea nazionale Lellouche ha dichiarato, facendo appello a una regola non scritta, che la Francia potrà “pretendere di avere un connazionale nel board.


In particolare i francesi puntano il dito sulla presenza nel board di Lorenzo Bini Smaghi, che non sembra intenzionato a dimettersi prima della conclusione del suo mandato in scadenza nel 2013. Le decisioni dei membri dell’esecutivo dell’Eurotower devono essere prese in totale indipendenza e autonomia. Lo ha dichiarato il presidente uscente della Bce, Jean-Claude Trichet, precisando che “tutti i membri hanno un contratto della durata di otto anni, come previsto anche dal trattato di Maastrict”.  

 

“Non esiste nessun problema sulla candidatura di Mario Draghi alla Bce, Draghi sarà il prossimo Governatore della Bce”, precisa immediatamente Emilio Colombo, professore associato di economia politica presso l’Università Bicocca di Milano, contattato da Finanza.com sulla possibile uscita di scena di Lorenzo Bini Smaghi dal board della Bce. Al momento si è venuta a creare una questione sostanziale: con la dipartita di Jean-Claude Trichet la Francia non sarebbe più rappresentata all’interno del board dell’Eurotower, mentre con l’arrivo di Draghi gli italiani sarebbero due.
Secondo il docente i problemi sono due: uno di carattere formale e uno personale. “Per statuto la Bce è indipendente e quindi non accetta alcuna pressione da parte del mondo politico sulla sua composizione, sul suo ruolo. Se Lorenzo Bini Smaghi accettasse di dimettersi la Bce sarebbe assoggettata al potere politico. Non si vuole creare un precedente”. Se la prima questione è di carattere formale, la seconda è personale e riguarda il futuro di Bini Smaghi. “Si tratta di dargli un’alternativa valida – spiega Colombo -, una collocazione adeguata che non gli faccia fare un passo indietro”. Quale strada verrà presa? “Una soluzione potrebbe essere quella  di lasciare Bini Smaghi al suo posto fino al termine del suo mandato, sarebbe solo questione di un anno e mezzo”.

La nomina del Governatore di Bankitalia sarà discussa dunque tra oggi e domani al summit tra i capi di stato e di Governo dell’Unione europea, riuniti a Bruxelles. Oltre alla nomina di Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea (Bce) i leader dei Paesi europei discuteranno dell’European stability mechanism (Esm), il nuovo veicolo salva-stati nell’Eurozona che sarà attivo dal luglio 2013. Tra i principali punti all’ordine del giorno di questa riunione del Consiglio europeo anche la politica economica, la migrazione e i negoziati per l’adesione della Croazia. Il tema caldo rimarrà,tuttavia, la questione greca.


Intanto, ieri il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha ricevuto a Palazzo Chigi il Governatore della Banca d’Italia Draghi. Nel corso dell’incontro, è stata affrontata la ratifica di Draghi alla presidenza della Bce. “La sua nomina – ha detto il presidente – dà onore all’Italia”. Il nuovo incarico europeo di Draghi, una volta superate le difficoltà e assolte tutte le procedure, prenderà il via il primo di novembre. Il 31 ottobre infatti scadrà il mandato di Jean-Claude Trichet.


E chi andrà ad occupare la poltrona di Draghi a palazzo Koch? Il toto nomi è iniziato da tempo. In lizza sono rimasti il direttore generale di Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, e il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli. La prima scelta, sostenuta da Draghi, darebbe continuità al lavoro svolto in Via Nazionale negli ultimi anni. Saccomanni, classe 1942, è dal 2 ottobre direttore Generale della Banca d’Italia. La sua carriera in Bankitalia è iniziata nel giugno del 1967, quando è stato assegnato all’ufficio vigilanza a Milano.

 

(Notizia aggiornata alle 11.50)