Usa: Fed riduce le stime di crescita, ma nessun nuovo stimolo in vista
La ripresa degli Stati Uniti prosegue più lenta del previsto, tanto che la Federal Reserve ha abbassato le stime di crescita per l’anno in corso e il 2012. Tuttavia, non è prevista nessuna nuova forma di sostegno alla prima economia del mondo, dopo che il programma QE2 (quantitative easing) si concluderà come annunciato alla fine di giugno. Unica notizia positiva arrivata dalla Fed ieri è che i tassi di interesse, confermati ancora una volta nel range 0-0,25%, rimarranno ai minimi per un “prolungato periodo di tempo”.
La conferenza stampa tenuta ieri da Ben Bernanke, presidente della banca centrale americana, dopo l’incontro del Federal Open Market Committee (Fomc, il braccio operativo della Fed) non ha destato nessuna particolare sorpresa, confermando ciò che il mercato si aspettava. I tassi di interesse sono stati mantenuti al minimo storico, a cui erano stati portati nel dicembre 2008. E qui ci rimarranno per ancora per un periodo prolungato. Per quanto riguarda gli stimoli all’economia, il piano di allentamento quantitativo (QE2, Quantitative Easing 2) si avvicina al capolinea. Il programma di acquisto di bond da 600 miliardi di dollari terminerà come previsto alla fine del mese, senza che venga prolungato con un terzo round, un cosiddetto QE3. Proseguirà solo il reinvestimento dei proventi derivanti dalla maturazione delle securities.
Dunque, nessun altra forma di stimolo all’economia a stelle e strisce, nonostante cresca a ritmo lento. Troppo lento. La Fed ha infatti rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2011: il Prodotto interno lordo (Pil) è ora atteso nel range 2,7-2,9%, al di sotto del 3,1-3,3% pronosticato in precedenza. Per l’anno prossimo, le nuove previsioni sono per una crescita del 3,3-3,7% dal precedente 3,5-4,2%. Riviste al rialzo invece le stime su inflazione e disoccupazione. Quest’anno il costo del denaro in Usa dovrebbe aumentare dell’1,5-1,8% (e non più dell’1,3-1,6%), mentre nel 2012 si attesterà all’1,4-2% dall’1,3-1,8%. La disoccupazione invece è ora vista all’8,6-8,9% dall’8,4-8,7% nel 2011, mentre nel 2012 dovrebbe scendere al 7,8-8,2% anzichè al 7,6-7,9%.
“La conferenza stampa non ha fornito nessuna sorpresa, ma ha lasciato molto da rimuginare”, hanno commentato oggi gli analisti di Ing. Secondo il broker, la formula pronunciata da Bernanke “tassi fermi per un prolungato periodo di tempo” suggerisce che ci vorranno almeno altri due incontri della Fomc prima che il costo del denaro venga ritoccato all’insù. Sui mercati la reazione è stata più evidente. Dopo le nuove previsioni e le parole di Bernanke gli indici di Wall Street hanno invertito la rotta e hanno chiuso in calo. Il Dow Jones ha terminato con un -0,66% a 12.109,67 punti, -0,65% per lo S&P a 1.287,14 e rosso dello 0,67% per il Nasdaq a 2.699,19. Chiusura negativa anche per la Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha tagliato il traguardo in ribasso dello 0,34%.