Notizie Valute e materie prime Draghi manda l’euro sempre più giù. Gli effetti del mini-euro sui mercati e i migliori titoli da QE

Draghi manda l’euro sempre più giù. Gli effetti del mini-euro sui mercati e i migliori titoli da QE

23 Gennaio 2015 11:23
Il quantitative easing della Bce alimenta le pressioni ribassiste sull’euro sceso con decisione anche oggi. La divisa unica europea è scivolata ai nuovi minimi dal settembre 2003 sotto quota 1,13 con l’azione della Bce che appare al momento avere i suoi maggiori effetti proprio sull’euro. Di rimbalzo però l’ulteriore svalutazione dell’euro, già protagonista di una discesa a doppia cifra nella seconda metà del 2014, andrà a riflettersi nella competitività dell’eurozona alimentando una veloce ripresa delle esportazioni e quindi riflessi positivi sui mercati e in particolare sui titoli delle società maggiormente attive nell’export fuori dall’area euro. 
Già -7,5% da inizio anno per l’euro, possibile rimbalzo nel breve
Il cross tra euro e dollaro è sceso con decisione questa mattina toccando un minimo a 1,1220, in calo di un’altra figura dopo il già cospicuo ribasso della viglia. Prima dell’annuncio di Draghi del QE da 60 miliardi di euro al mese la divisa europea viaggiava vicino a quota 1,16. Da inizio anno l’euro ha già perso oltre il 7,5% portando a circa -18% il calo rispetto ai livelli di 12 mesi fa. “Le pesanti vendite hanno reso ancor più marcate le condizioni d’ipervenduto (RSI al 19,5%) – rimarca Ipek Ozkardeskaya, market analyst di Swissquote Europe – Il sentiment è nettamente negativo. A nostro avviso, sono in corso coperture di corti, anche se discrete barriere per le opzioni dovrebbero frenare i tentativi di rialzo prima del fine-settimana”. 
Secondo Alessandro Fugnoli di Kairos la seconda gamba della svalutazione dell’euro partirà quando la Fed alzerà i tassi, probabilmente a metà 2015 “e nel frattempo  si potrebbe assistere a un modesto e temporaneo recupero dell’euro quando arriveranno i primi dati macro positivi europei”. 
Effetti positivi del mini-euro su profitti imprese e quindi su Borse europee
Discesa verticale dell’euro che non mancherà di avere i suoi riflessi positivi sull’attività delle imprese dell’area euro, in particolare quelle maggiormente export oriented. “L’euro continuerà a deprezzarsi nei confronti del Dollaro, un trend che sosterrà i profitti delle imprese nella zona Euro e quindi anche i mercati azionari”, rimarca Johannes Mueller, CIO Wealth Management Germany di Deutsche AWM (gruppo Deutsche Bank). 
Il Dax tedesco ha aggiornato i propri massimi storici raggiungendo area 10.600 punti. 

Goldman Sachs punta su Ftse Mib e Ibex, ecco i titoli da QE
L’introduzione del QE spinge in basso il premio per il rischio azionario e alza i multipli – rimarca la Portfolio Strategy Research di Goldman Sachs – e aggiornamenti circa le aspettative di crescita europea in scia alla riduzione del tasso di cambio e dei prezzi del petrolio dovrebbero sostenere ulteriormente questa tendenza”. I maggiori beneficiari di un tale scenario sono i titoli ciclici e finanziari “con beni di consumo ciclici e sensibili al dollaro in prima fila”, aggiunge Goldman che mantiene la view long su Ftse Mib e Ibex indicando Atlantia, Azimut, Mediaset, Intesa Sanpaolo, Hera, Salvatore Ferragamo, Anima, Yoox e Beni Stabili come i titoli italiani che maggiormente beneficiano del QE. 

Euro/dollaro sempre sopra la parità dal dicembre 2002 in avanti 
Impensabile fino a qualche mese fa, per l’euro è sempre più realistico un ritorno alla parità  contro il dollaro. Alcuni analisti quali quelli di Ing e Citigroup non escludono una discesa fino alla parità e anche sotto. Ai livelli attuali il cross euro/dollaro viaggia a meno di 12 punti percentuali dalla parità, sopra la quale la coppia di valute si è sempre mantenuto dal dicembre 2002 in avanti. L‘euro, che ha iniziato a fluttuare nel 1999 con un tasso di cambio di partenza con il dollaro pari a 1,18 dollari, nei sui primi anni di vita si era deprezzato contro il biglietto verde e il tasso di cambio ha raggiunto il valore minimo di 0,84 nel 2001 per poi invertire il trend e raggiungere un valore massimo di 1,60 nel 2008.