Downgrade di S&P su 9 Paesi dell’Eurozona, Monti chiede una risposta
S&P ha dato seguito alle voci di venerdi sera, che vedevano la sua scure abbattersi su diversi Paesi dell’Eurozona, e ha declassato il rating di 9 Stati, tra cui Francia (che perde la tripla A), Italia (declassata da A a BBB+), Spagna, Portogallo e Austria. Solo la Germania mantiene, almeno per il momento, il massimo grado di merito (AAA). Tremano gli operatori di Borsa in attesa dell’apertura dei mercati: c’è infatti preoccupazione anche per le ripercussioni che tale decisione può avere sul fondo salva-Stati Efsf, che potrebbe a propria volta perdere la tripla A se non più garantito da Stati dalla reputazione intatta. L’Eurogruppo dal canto suo promette “misure di ampio respiro” finalizzate a lasciare intatto il rating del Fondo anticrisi. Misure che potrebbero puntare a difendere l’Europa da eventuali danni provocati dalle decisioni delle agenzie di rating, della cui attendibilità e opportunità ormai sempre più spesso si dubita.
Il giudizio sull’Italia
Invoca una risposta europea a questo “attacco” il premier italiano Mario Monti, dopo che il nostro Paese è sceso di due gradini – con outlook negativo – nella valutazione di Standard&Poor’s, andando a raggiungere paesi come Perù, Colombia, Russia e Kazakhstan. Le motivazioni dell’agenzia americana per questa decisione sono legate all’elevato debito pubblico e alla mancanza di misure per la crescita che completino le continue manovre di aggiustamento, anche se una nota positiva è rilevata nel cambiamento del clima politico. Se il governo tecnico dovesse fallire il suo mandato, per l’Italia ci sarebbe un nuovo balzo verso il livello “junk”.
Stamattina lo spread tra Btp e bund decennali si attesta a 507 punti base.