Doris balla da solo
Siamo evidentemente un oggetto del desiderio” ma “noi non abbiamo bisogno di aggregazioni con nessuno per essere competitivi”. Parola di uno scatenato Ennio Doris, intervenuto oggi a Piazza Affari per la presentazione alla stampa dei risultati 2006 di Mediolanum, definiti dallo stesso Doris “positivi”. Dal tema dei conti tuttavia l’attenzione si è presto spostata sulle future mosse strategiche del gruppo alla luce del recente processo di integrazione in ambito bancario.
Doris si è così focalizzato anche sui possibili riflessi sul patto di Mediobanca derivanti dalle trattative esclusive in corso tra Barclays e Abn Amro, gruppo olandese che controlla l’8,6% di Capitalia, che a sua volta detiene il 9% dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Doris ha buttato acqua sul fuoco: “Il patto è solido – ha detto – ha un controllo solido, non c’è alcuna preoccupazione per lo sviluppo delle trattative, ora Abn è azionista, tra un po’ potrebbe esserlo qualcun altro”.
Quella su Mediobanca e Capitalia è stata tuttavia una parentesi all’interno di un discorso in cui Doris ha tenuto a mettere in luce tutti i motivi per cui Mediolanum dovrebbe proseguire per la sua strada. Non ci sarebbe infatti solo un discorso di competitività. Secondo Doris qualsiasi aggregazione rischierebbe di inquinare il modello Mediolanum: “Perché dovremmo diluire la qualità del nostro vino con qualcosa che non centra niente”? Ha detto Doris citando la capitalizzazione nel gruppo di tutte le innovazioni tecnologiche e la creazione di un rapporto umano con i clienti attraverso la figura del family banker. “Non c’è neppure motivo di crescere per non essere prede, perché noi controlliamo più del 51% del capitale”, ha detto Doris aggiungendo però che potrebbero essere valutate unicamente occasioni riguardanti società molto simili alla stessa Mediolanum.
Decisa anche la risposta a chi gli chiedeva se ci fosse un prezzo a cui sarebbe stato possibile immaginare una vendita: “Non è questione di vendere a un certo prezzo, come vedete agli attuali prezzi io compro, perché per me l’azione vale di più”, ha detto Doris riferendosi ai recenti e cospicui acquisti di azioni Mediolanum da lui effettuati. “Siamo molto interessanti – ha detto ancora Doris – specie per gli operatori esteri, per entrare in Italia, e perché siamo stati capaci di esportare il nostro modello. Siamo corteggiatissimi, siamo orgogliosi, ma siamo anche nazionalisti. Vogliamo che in futuro si parli dell’imprenditoria italiana anche per le banche, non solo per la moda. Nel settore bancario tradizionale questo è già avvenuto. Tanto di cappello alla straordinaria opera di Profumo, Bazoli, Passera e del management di Sanpaolo”.
Mediolanum ha reso noto oggi di aver chiuso il 2006 con un calo dell’utile netto del 4% a 224 milioni di euro e la previsione di un dividendo di 20 centesimi per azione. Doris ha comunque chiarito che la flessione dell’utile netto è da addebitare al calo delle commissioni di performance dei fondi irlandesi determinato dall’andamento dei mercati. Tali commissioni anno su anno sono diminuite del 46%. L’embedded value è pari a 3,122 miliardi (+6%) e le masse amministrate sono ammontate a 33,516 euro (+10%), con una raccolta netta positiva per 2,486 miliardi (+27%). Le attività estere hanno superato il break even, registrando un utile netto di 700 mila euro.