Dollar Index, balzo sui massimi da maggio ma il futuro è ancora tutto da scrivere con Trump-bis
La recente vittoria elettorale di Donald Trump ha avuto un impatto significativo sull’andamento del Dollar Index (DXY), l’indice che misura il valore del dollaro Usa rispetto ad un paniere di sei valute principali. A livello grafico, la forza del dollaro si è tradotta con un impulso rialzista, per il momento stabilizzatosi sopra i 106 punti. L’entusiasmo degli investitori per il ritorno di Trump si è tradotto in un apprezzamento del dollaro, favorito dalle aspettative di politiche economiche espansive e protezionistiche, in linea con l’approccio della sua precedente amministrazione, ma attenzione agli obiettivi commerciali in termini di esportazioni che potrebbero modificare lo scenario.
Trump-bis: euforia irrazionale o realtà?
Investitori ed addetti ai lavori confermano l’entusiasmo a seguito della rielezione a Presidente degli Usa di Donald Trump, scommettendo che la nuova amministrazione porterà benefici all’industria delle criptovalute ed al mercato in generale, con il dollaro che ha raggiunto un nuovo massimo da maggio. Il sentiment ottimista riflette la fiducia nel fatto che Trump adotti un approccio favorevole al mercato, nonostante i pericoli deficit ed inflazione che la politica protezionistica ed espansiva potrebbe apportare. Tra i principali effetti si evincono l’incremento del Treasury americano e la forza del Dollar Index, con la componente speculativa legata alle promesse misure protezionistiche a fare da padrona.
Allargando tuttavia l’analisi ad un orizzonte di medio-lungo termine, la politica di Trump potrebbe puntare ad un dollaro più debole, come precedentemente espresso durante il suo primo mandato. Un dollaro meno forte aiuterebbe infatti a riequilibrare il deficit commerciale e sostenere le esportazioni. Se questa linea dovesse essere confermata, lo scenario macroeconomico potrebbe essere investito da nuova incertezza e volatilità, in quanto un dollaro troppo debole potrebbe danneggiare la fiducia degli investitori e aumentare i costi di importazione, alimentando ulteriormente l’inflazione. Questa dualità rappresenta una sfida per il nuovo governo e per gli investitori, i quali dovranno monitorare attentamente le mosse della Fed e dell’amministrazione Trump per comprendere la direzione futura del Dollar Index e dei suoi effetti sul mercato globale.
Il punto grafico sul Dollar Index
Dollar Index che torna a rombare in scia alla rielezione del Presidente Trump, registrando a livello grafico uno strappo che potrebbe segnalare l’inizio di una nuova fase di forza del dollaro rispetto alle altre valute su un orizzonte di lungo periodo. Il recente impulso potrebbe infatti essere in procinto di interrompere la lunga movimentazione orizzontale che ha caratterizzato il 2024 fino a questo momento, pur non mancando di tentativi di conferma in entrambe le direzioni.
Dal grafico si evince come la forza del dollaro sia tornata a brillare dopo un periodo caratterizzato da elevata incertezza. Quest’ultima, culminatasi ad un mese circa dalle elezioni presidenziali Usa, si è manifestata con un tentativo di rottura della trendline (in blu) di breve periodo salvo essersi arrestata successivamente sul supporto statico (in giallo) in area 100,39 punti, in prossimità della resistenza dinamica a lungo orizzonte temporale. Il rimbalzo che ne è occorso ha goduto fin da subito di elevata forza portando il valore dell’indice nuovamente all’interno del precedente trend ed a rompere poi la resistenza dinamica, confermando la tendenza rialzista di breve periodo.
Il contesto generatosi è stato in realtà preannunciato anticipatamente dal grafico del RSI a 14 periodi, sul quale nel periodo tra agosto ed ottobre durante il movimento ribassista si è registrata una divergenza rispetto all’andamento dell’indice. Quest’ultima ha pertanto funto da segnale premonitorio del successivo rimbalzo, condito inoltre dalla rapida successione di rotture degli altri livelli chiave. Sul RSI si evince infatti la rottura sia delle resistenze statiche (in viola) e sia di quella dinamica (in verde) che hanno portato alla decisiva ripresa rialzista. Attenzione tuttavia alla potenziale nuova divergenza che potrebbe configurarsi durante la fase di formazione di nuovi massimi relativi, in quanto l’oscillatore, già entrato nell’area di “ipercomprato”, potrebbe non seguire di pari passo l’andamento sul grafico del dollar index.
In questi termini, infatti, una politica di indebolimento del dollaro da parte di Trump, al fine di incentivare il commercio verso l’estero rendendo più attraente l’acquisto in dollari, potrebbe essere la chiave di volta per la lettura di questo grafico. Un ruolo fondamentale sarà giocato dalla resistenza statica in area 107,35 punti dell’indice, in quanto una mancata conferma sopra tale livello potrebbe suggerire una fase di rallentamento del movimento rialzista di medio periodo. Le implicazioni di questo scenario suggeriscono di estendere l’analisi dei potenziali impatti trasversali sulle diverse asset class, principalmente nel mercato dei bonds e commodities, che potrebbero avere effetti importanti sull’intera economia reale. Occhio quindi all’evolversi di questa situazione e palla al mercato.