Notizie Indici e quotazioni Russell 2000: effetto Trump per l’attacco ai massimi storici, ma occhio allo spettro inflazione

Russell 2000: effetto Trump per l’attacco ai massimi storici, ma occhio allo spettro inflazione

14 Novembre 2024 10:03

Russell 2000 che si riprende la scena ad una settimana dalle elezioni presidenziali Usa. L’indice delle small-cap americane è tornato a correre, registrando una performance dell’8,5% nella settimana delle elezioni, in scia ad una preannunciata politica economica e fiscale del rieletto Presidente Trump decisamente accomodante per le imprese. A tenere banco rimangono tuttavia ulteriori aspetti, quali il debito nazionale americano e la pressione inflazionistica, che potrebbero mettere alla prova la solidità del rally. Gli investitori restano cauti con focus sull’andamento economico e sui dati dei prezzi al consumo per cogliere eventuali segnali di cambiamento da parte della Fed.

Effetto Trump tira le small-cap, ma occhio ad inflazione e stimoli cinesi

Torna al centro dell’attenzione l’indice Russell 2000, con i titoli a piccola e media capitalizzazione che stanno guadagnando terreno rispetto agli altri giganti dell’economia americana. Dopo la recente vittoria di Trump, il Russell 2000 ha mostrato una ripresa significativa, segnalando una rinnovata fiducia verso i titoli a bassa capitalizzazione. L’esito elettorale ha ridotto l’incertezza, favorendo politiche pro-crescita che, come osservato in passato, tendono a rafforzare settori quali i servizi finanziari e le imprese a carattere nazionale.

Queste ultime appaiono ben posizionate per beneficiare del programma economico preannunciato da Trump, con tagli fiscali e deregolamentazioni, dal momento che risultano principalmente orientate alla produzione nazionale. Tuttavia, resta essenziale una valutazione attenta delle società più solide, data la bassa redditività di una parte significativa delle aziende nel Russell 2000, e quindi la selettività potrebbe essere cruciale per mantenere rendimenti stabili.

Altro aspetto non trascurabile relativo alle politiche di stimolo in rampa di lancio sotto la nuova amministrazione riguarda nuovi potenziali rischi sotto le voci inflazione ed aumento del deficit. Un’ulteriore estensione degli sgravi fiscali potrebbe accrescere il debito nazionale a lungo termine, il che, insieme a potenziali pressioni tariffarie, potrebbe sostenere un ciclo di inflazione negli Usa.

Al momento, i dati pubblicati il 12 novembre sull’inflazione mostrano una stabilità dei prezzi al consumo in linea con le attese del mercato, ma in crescita di 0,2% punti rispetto ai 2,4% sul confronto a dodici mesi. L’IPC mensile di ottobre si è attestato a +0,3%, confermando le previsioni e mantenendosi sullo stesso livello del mese precedente. Attenzione allora ad eventuali nuove ondate inflazionistiche che davanti ad un contesto come quello delineato potrebbero comportare conseguenze importanti sul futuro dell’economia statunitense.

Sul fronte internazionale, inoltre, rimane sullo sfondo l’impatto dello stimolo cinese da 10.000 miliardi di yuan. La manovra del governo ha in parte deluso le aspettative, in quanto non sono state introdotte nuove misure per stimolare i consumi o il mercato immobiliare, probabilmente in previsione di ulteriori risorse da introdurre per far fronte alle misure protezionistiche che attuerà Donald Trump. Questo potrebbe pertanto rendere i prodotti americani più costosi per gli investitori e consumatori cinesi, con ripercussioni dirette sulla marginalità delle aziende rappresentate dal Russell 200, tra le altre.

Il punto grafico sull’indice Russell 2000

Small cap Usa che guadagnano terreno rispetto agli altri colossi a seguito dell’elezione di Trump al governo degli Stati Uniti, con l’indice Russell 2000 che viaggia sui livelli di massimo relativo a tre anni e puntando con decisione verso quota 2.458,8550 punti (record storico). Le prospettive di crescita per il 2024 e il 2025 hanno alimentato la sovraperformance del Russell 2000 rispetto agli altri indici dell’economia americana, registrando a chiusura della scorsa settimana un aumento del +8,5%.

Anche sul grafico è tornato l’ottimismo con un trend che è tornato ad essere caratterizzato da un’inclinazione positiva dopo un periodo di accumulazione laterale. A livello di analisi tecnica, il grafico presenta una significativa rottura rialzista dopo una fase di consolidamento che ha configurato un triangolo ascendente, figura di continuazione rialzista. Questa rottura rappresenta un segnale positivo, soprattutto in luce della pressione d’acquisto che ha contribuito all’apertura in gap up ed a costituirne un “body” particolarmente robusto.

Il movimento rialzista ha avuto la forza di confermarsi al di sopra anche del livello della resistenza statica chiave (in giallo), in area 2.360 punti, diventando ora il principale supporto di riferimento. Lo scenario principale, in assenza di particolari scossoni di mercato, suggerisce come prossima destinazione il livello di resistenza successivo, la cui area target coincide con i precedenti massimi assoluti sui 2.458,8550 punti.

Sul grafico del RSI a 14 periodi la spinta rialzista ha avuto modo di confermarsi grazie alla rottura simultanea della resistenza dinamica (in verde) e di quella statica, attribuendo maggior significatività al movimento configuratosi sul grafico dei prezzi. La situazione di ipercomprato generatasi successivamente potrebbe suggerire una possibile fase di ritracciamento o consolidamento a breve termine, sebbene il Russell 2000 potrebbe continuare a mostrare la propria forza, anche qualora il livello dell’oscillatore dovesse rimanere elevato.

Lo scenario attuale suggerisce pertanto un’ulteriore crescita dell’indice, salvo tuttavia nuovi risvolti sul fronte delle decisioni di politica economica e di dati macroeconomici sfavorevoli nel prossimo futuro.