Notizie Notizie Italia Disperazione spread malcelata, BTP Italia ignorato. E Giorgetti auspica divieto vendite scoperto su bancari

Disperazione spread malcelata, BTP Italia ignorato. E Giorgetti auspica divieto vendite scoperto su bancari

21 Novembre 2018 08:10

Quanto più è celata, tanto più la disperazione per lo spread sembra tangibile: lo si evince dalle dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che auspica il divieto di vendite allo scoperto sui titoli bancari. E lo si capisce dalle dichiarazioni del ministro dell’economia Giovanni Tria, che cerca di mantenere un aplomb britannico ma che non nasconde i propri timori sul balzo del differenziale.

Nel giorno in cui la Commissione europea muoverà molto probabilmente i primi passi verso la procedura di infrazione per deficit eccessivo contro l’Italia, i principali quotidiani danno la bocciatura della manovra M5S-Lega per scontata, mettendo in evidenza anche tutte le paure di un esecutivo che, pur andando avanti per la sua strada, ha sempre più paura dello spread e dei suoi effetti sulle banche e sull’economia.

Giorgetti per esempio, commentando il rialzo dello spread BTP-Bund, ha auspicato il divieto di vendite allo scoperto per i titoli bancari:

“Cerchiamo di chiarire – ha puntualizzato in una nota – quello che si può fare e si deve fare è sterilizzare almeno gli effetti dello spread sulla borsa e in particolare sui bancari”.

La fuga dalla carta italiana, d’altronde, è sotto gli occhi di tutti. Ma brucia ancora di più il verdetto che sta arrivando con l’emissione del BTP Italia: se gli stranieri scappano dai BTP & Co., gli investitori retail sicuramente non comprano.

Il flop dell’emissione è stato confermato con il secondo giorno di collocamento: ordini decisamente risicati di appena 241 milioni, ancora peggio del risultato già molto deludente (il peggiore dal 2012), del debutto di lunedì.

Gli italiani, insomma, nelle vesti di risparmiatori, non accolgono l’appello del vicepremier Matteo Salvini ad acquistare l’Italia e si tengono i soldi in tasca.

Leggi qui le caratteristiche della 14esima edizione del BTP Italia, il primo emesso sotto il governo M5S-Lega.

Complessivamente in due giorni le richieste degli investitori retail si sono attestate a 722 milioni. Il risultato è ancora più scioccante, se si considerano i 16,8 miliardi che vennero raccolti in un solo giorno nella ormai lontana quinta edizione del BTP Italia, nel 2013.

La disperazione da spread rimane per ora piuttosto nascosta, sicuramente non sbandierata dai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che continuano a fare la voce grossa con Bruxelles. Ma per quanto tempo ancora, si chiedono diversi economisti?

Riferendosi all’imminente pubblicazione del verdetto Ue sulla manovra, Il Giornale parla di “giorno del giudizio. Aria di bocciatura“, La Repubblica titola “Manovra, arriva la bocciatura Ue”.

Idem Il Messaggero: “Il verdetto Ue scuote le banche”. E ancora: “Balzo dello Spread. Oggi Bruxelles boccia la manovra”.

Nella giornata di ieri, lo spread BTP-Bund a 10 anni è balzato fino a 336 punti base, per poi chiudere a quota 326, a fronte di un balzo dei tassi decennali al 3,72%.

Oggi lo spread apre in lieve ribasso, attorno a 317 punti con un rendimento al 3,53%. Ma la giornata è appena iniziata e quella di oggi non è sicuramente una giornata come tanti.

La tensione sui mercati italiani è alta, se si considera anche Piazza Affari, che ha assistito ieri allo scivolone del Ftse Mib, sceso ai minimi in due anni.

E se ufficialmente l’esecutivo gialloverde non ci pensa proprio a parlare di situazione disperata, gli italiani iniziano a pensare che le cose siano destinate a peggiorare. Questo è chiaro non solo con l’evidente disaffezione verso il BTP Italia, ma anche con la decisione di tornare a mettere i soldi…sotto il materasso.

D’altronde, come riporta il Corriere della Sera, quando si tratta di risparmiare l’italiano è più influenzato da comportamenti atavici, che non da convinzioni politiche.

E il “risultato è che il 62% di un campione di italiani sondato da Ipsos per conto dell’Acri tiene i soldi, in parte o in toto, sul conto corrente contro il 33% che invece li investe.

“Oggi si è ripreso ad accumulare: il 48,5% sempre secondo Ipsos-Acri dichiara di fare risparmi senza troppe rinunce, a loro va aggiunto un 38% abitudinario «che non vive tranquillo se non mette da parte qualcosa». Il 39% è riuscito a risparmiare negli ultimi 12 mesi e per pesare il valore di questo dato bisogna pensare che nel 2012 era sceso al 28%”.

Insomma, con il governo M5S-Lega tornano di moda i soldi sotto il materasso.

Non saremo ancora arrivati a una disperazione da spread a 360 gradi ma il timore è che, da malcelata, la disperazione diventerà sempre più esplicita.