Diasorin ed Hera, le due insospettabili del Ftse Mib con performance da record
Top storici e performance da capogiro per Diasorin ed Hera, entrambe protagoniste oggi a Piazza Affari. Non sono certo tra i titoli più blasonati anche perché sono relativamente nuove per il palcoscenico del Ftse Mib. Diasorin è infatti tra le 40 big del listino da meno di un anno, ossia da dicembre 2018. Ancora più fresco è l’approdo sul Ftse Mib del titolo Hera, che risale al marzo 2019.
Oggi entrambe hanno aggiornato i massimi storici, tra le poche realtà del Ftse Mib a viaggiare a livelli record insieme a Poste Italiane, Terna e Snam.
Diasorin cavalca i rumor di M&A nel settore diagnostica
Rally di oltre +2% a Piazza Affari per Diasorin. Il titolo si è portato nell’intraday fino a un massimo storico a 113,4 euro sospinto dai rumor di M&A su Qiagen da parte di Thermo Fisher Scientific. Bloomberg riporta che il produttore americano di apparecchiature diagnostiche starebbe valutando l’acquisto di Qiagen NV con contatti già avviati tra le due società. “Anche se Qiagen è un player principalmente focalizzato sul business della diagnostica molecolare, che rappresenta solo il 9% dei ricavi di Diasorin – rimarcano gli analisti di Mediobanca Securities – l’operazione di M&A potrebbe essere un positivo catalyst anche per la società italiana”. Qiagen è partner di Diasorin sulla tecnologia QuantiFeron. Gli analisti ritengono che anche in caso di acquisizione di Qiagen da parte di Thermo Fisher Scientific, non ci sarebbero cambiamenti materiali nella partnership.
Hera festeggia crescita a doppia cifra
Utili e ricavi in forte crescita hanno spinto invece il titolo Hera salito ai nuovi massimi con un rialzo giornaliero dell’1% circa. Il titolo della multiutily bolognese ha toccato un picco a 3,956 euro, nuovo top assoluto. Da inizio anno il saldo di Hera è di circa +45%, praticamente un rally a velocità più doppia rispetto al settore utility europeo (+20% ytd per l’Euro Stoxx 600 Utilities). Hera si giova di una forte crescita abbinata alla vetrina dell’approdo nell’indice Ftse Mib, avvenuto lo scorso 18 marzo. Considerando gli ultimi 12 mesi il titolo Hera segna addirittura un +60%.
L’andamento dei primi nove mesi dell’anno vede il gruppo aver già raggiunto il 42% della crescita attesa di 200 milioni di euro di MOL attesa nel piano al 2022. I ricavi sono stati pari a 5.063,2 milioni di euro, in crescita del 16,4% rispetto ai 4.348,4 milioni del 30 settembre 2018. In particolare, hanno inciso le attività di trading e i maggiori ricavi e volumi venduti di gas ed energia elettrica. Il margine operativo lordo consolidato sui 9 mesi cresce a 785,8 (+5%) e l’utile netto è in aumento a 242,0 milioni (+12,1%).
Equita alla luce dei risultati oltre le attese diffusi da Hera ha alzato le sue stime di utile del 4%-9% nel periodo 2019-2022 e target del +4% a 4 euro (rating hold confermato). Considerando il terzo trimestre dell’anno, le vendite sono state pari a 1.692 mln (+44,3%), Ebitda a 240 mln (+6,6% vs consensus 230mln) e utile netto a 65 mln (+28% YoY) rispetto ai 54 mln del consensus. In generale, rimarca Equita, tutte le divisioni tranne l’electricity registrano una buona performance con il Gas a +30% (grazie al trading e alla crescita clienti); l’Electricity a -13% (per i minori margini della salvaguardia compensati parzialmente dall`MSD), il Waste a +5.5% (grazie all`incremento prezzi e al nuovo impianto bio-metano; l`Hydro a +5.2% (grazie alle dinamiche regolatorie).
Hera, attiva nell’energia elettrica, nel gas, nei rifiuti e nell’acqua, a inizio anno ha approvato il nuovo piano industriale al 2022. Il piano prevede investimenti per 3,1 miliardi, MOL in crescita a 1.185 milioni di euro a fine piano e focus sulla remunerazione degli azionisti. Il dividendo, già salito a 9,5 centesimi per azione nel 2017, aumenterà a 10 centesimi per azione nel 2018 e 2019, a 10,5 nel 2020 e 2021 e a 11 nel 2022 (+16% rispetto all’ultimo pagamento del dividendo); con un incremento di 0,5 centesimi ogni 2 anni.