Btp di nuovo sotto stress e Piazza Affari cade, Unicredit peggiore tra le banche
Btp di nuovo sotto il fuoco delle vendite e giro di boa settimanale amaro per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib è arretrato oggi dello 0,86% in area 23.578 punti, dopo aver chiuso ieri una seduta in deciso rialzo conquistando nuovi massimi annui. A minare un po’ l’umore dei mercati le parole di ieri del presidente americano Donald Trump che è tornato a puntare il dito contro la Cina e anche l’Europa, alimentando i timori di una nuova escalation della guerra commerciale. “Molti paesi ci impongono dazi straordinariamente alti o creano barriere commerciali impossibili”, ha detto Trump in un discorso all’Economic Club di New York in cui ha chiamato in causa anche l’Unione europea. Nel pomeriggio di oggi è invece arrivato il discorso di Powell (Fed) che ha confermato l’intenzione di mantenere i tassi fermi anche se la banca centrale Usa rimane pronta ad agire se cambiano le prospettive.
Spread sale nel giorno dell’asta BTP
Indicazioni non confortanti dall’obbligazionario con la salita dello spread che è ripresa oggi con differenziale in area 155 pb dopo il ritracciamento di ieri. In aumento i tassi dei Btp decennali in area 1,25%. Il mercato non ha trovato sponda nell’asta Btp che ha fatto il pieno. Il Tesoro ha allocato complessivi 7,25 miliardi di euro, ossia il massimo della forchetta prevista (tra 6,5 e 7,25 miliardi). Nel dettaglio, sono stati allocati Btp triennali (ISIN: IT0005384497), con scadenza 15 gennaio 2023, per 2,5 miliardi con rendimento medio dello 0,22%, in crescita di 17 punti base rispetto alla precedente asta di titoli di analoga durata tenutasi a ottobre. La domanda è stata di oltre 3,8 miliardi con rapporto di copertura di 1,53 (dal precedente 1,46).
Il Btp a 7 anni (ISIN: IT0005390874), con scadenza 15 gennaio 2027, ha visto il collocamento di titoli per 3,25 miliardi al tasso medio dello 0,91%, in salita di 31 punti base rispetto all’asta precedente. Anche qui solida la domanda che è stata di oltre 4 miliardi (4,168 miliardi) con un rapporto di copertura di 1,28 (1,44 il precedente). Tra i titoli a lunga scadenza, il Tesoro ha allocato Btp a 30 anni (ISIN: IT0005363111), con scadenza 1° settembre 2049, per 898,9 milioni con rendimento medio del 2,29% in aumento di 26 punti base rispetto all’asta precedente. Rapporto di copertura di 1,73.
Infine, allocati 601,1 milioni del Btp a 30 anni (ISIN: IT0005162828) con scadenza 1° marzo 2047 e rendimento lordo del 2,14%. Rapporto di copertura pari a 1,94.
A Milano male le banche
Male quindi le banche con oltre -2% per Unicredit e UBI, -1,39% Intesa Sanpaolo e -1,84% Banco BPM. Giornata da dimenticare per Prysmian (-7,16%) all’indomani dei risultati dei primi 9 mesi del 2019. Il mercato e gli analisti si sono concentrati soprattutto sulle indicazioni arrivate dall’a.d Valerio Battista nel corso della conference call sulle stime dell’Ebitda. Nella nota ufficiale diffusa ieri sera il gruppo ha confermato gli obiettivi per l’intero esercizio con un Ebitda rettificato compreso nell’intervallo 950-1.020 milioni (escluso l’impatto derivante dall’applicazione dell’IFRS16 stimato in circa 40 milioni su base annua), ma poi è arrivata la ‘precisazione’ di Battista che ha dichiarato: “Confermiamo il range ma probabilmente saremo leggermente sotto il punto medio (pari a 985 milioni)”. Alla base di questo avvertimento c’è il rallentamento del settore delle telecomunicazioni definito dal manager come un “fatto incontrovertibile”.
Bene invece Ferragamo (+4,03%) nonostante le vendite in calo nei primi 9 mesi del 2019. Ferragamo prevede un rallentamento anche nell’ultima parte dell’anno. Standard Ethics ha confermato il rating di “E” su Ferragamo, ma ha rivisto al rialzo il suo outlook da “Stabile” a “Positivo”.
Debole infine Enel (-0,76%) dopo aver comunicato conti in crescita nei primi 9 mesi del 2019 e revisione al rialzo dei target sull’Ebitda 2019.