Notizie Notizie Italia Deloitte CFO Survey: cresce ottimismo su Italia, verso ripresa consumi e mercato lavoro

Deloitte CFO Survey: cresce ottimismo su Italia, verso ripresa consumi e mercato lavoro

9 Giugno 2015 14:24
Consumi e investimenti in aumento, disoccupazione in discesa. I direttori finanziari guardano con ottimismo al futuro dell’economia italiana e in seconda battuta anche a quello delle proprie aziende. Dalla CFO Survey del primo semestre 2015 condotta da Deloitte emerge anche una forte domanda di cambiamento al Governo, dettagliata nell’allegato, si accompagna a un apprezzamento per le riforme in atto (Jobs Act) con ben il 69% degli intervistati pensa che il tasso di disoccupazione scenderà nei prossimi 24 mesi. 
Pil oltre +1%? Sì può fare 
La view maggiormente positiva si rispecchia nel raddoppio della percentuale di chi crede nella possibilità di un ritorno a una crescita oltre la soglia dell’1%. Se nel 2014 solo il 17% dei CFO intravedeva la possibilità di aumento del Pil oltre l’1% nei successivi 12 mesi, ad oggi questa percentuale è salita al 35%.
Gli oltre 300 CFO italiani, rappresentativi dei principali settori del panorama economico nazionale, manifestano una fiducia crescente e aspettative meno fosche per i prossimi mesi rispetto al passato più recente. I direttori amministrazione-finanza-controllo sono più fiduciosi e si aspettano una crescita della propensione al consumo, rispetto a quanto emerso in un’analoga ricerca condotta a metà 2014. Nel dettaglio il 52% dei cfo si aspetta una crescita della propensione al consumo nei prossimi 12 mesi rispetto al 27% che negli ultimi mesi del 2014 aveva manifestato una previsione positiva, mentre il 40% crede che si manterrà stabile.  Buone anche le aspettative sugli investimenti da qui a un anno, previsti in aumento dal 54% dei CFO e stabili dal 36%. Questi dati confermano un trend positivo: infatti, nella scorsa edizione della CFO Survey, erano il 38% i manager che prevedevano un aumento del livello degli investimenti contro l’attuale 54%. I CFO appartenenti alle società che operano nel settore dell’Information Technology puntano più degli altri su una crescita degli investimenti nel nostro paese nel prossimo anno. 
Jobs Act spinge l’ottimismo su trend mercato del lavoro 
Positivo l’atteggiamento dei CFO anche sul tema mercato del lavoro: il 69% degli intervistati pensa che vi sarà una riduzione del tasso di disoccupazione nei prossimi 24 mesi, mentre solo il 32% ritiene ancora bassa o nulla la probabilità di una ripresa dell’occupazione. “Dalle risposte analizzate sembrerebbe che i CFO italiani abbiano apprezzato il Jobs Act – Riccardo Raffo, Partner di Deloitte  – se nel 2014 solo 35 CFO su 100 si aspettavano una riduzione della disoccupazione nel biennio successivo, la ricerca del 2015 evidenzia che gli ottimisti sono ora il 69%. Evidentemente, i CFO si aspettano che l’introduzione del contratto lavorativo a tutele crescenti possa rilanciare l’occupazione”.
M&A visto in accelerazione Segnali di ripresa giungono anche dalle previsioni di aumento delle operazioni di Merger & Acquisition (M&A) nei prossimi 12 mesi: se nel 2014 gli ottimisti rappresentavano il 68%, oggi sono oltre il 76%.  
 
Più fiducia su prospettive propria azienda
Il 29% dei cfo è più ottimista riguardo alle prospettive economico-finanziarie della loro azienda di appartenenza rispetto a 3 mesi fa. Il 64% ritiene invece stabile la situazione-economico finanziaria delle proprie aziende delineando un quadro abbastanza favorevole. Relativamente alla fiducia riguardo le prospettive economico finanziarie delle proprie aziende i CFO spagnoli risultano essere i più ottimisti (71%) tra gli oltre 1.300 CFO europei intervistati, seguiti da Olanda (52%) e Irlanda (45%).  I meno ottimisti risultano gli svizzeri.
A differenza di quanto emerge dalla EMEA CFO Survey, si individua una minor incertezza da parte dei CFO italiani rispetto ai colleghi EMEA che si sentono più preoccupati dagli impatti che un quadro macroeconomico incerto può determinare sul loro business. Il 60% di essi considera infatti alto il livello di incertezza che la propria azienda deve affrontare mentre il 34% lo considera stabile. Più nello specifico la Germania risulta essere il paese che si dimostra maggiormente preoccupato; segue la Svizzera con l’81%, la Russia con il 66%.