Debutto anticrisi per Visa a Wall Street
Né il ciclone dei mutui subprime né lo spettro della recessione sembrano intimorire Visa, che non curante della crisi dei mercati finanziari sbarca in grande stile a Wall Street e lascia il segno con l’Initial public offering (Ipo) più grande mai avvenuta negli Stati Uniti. Il colosso delle carte di credito durante il periodo di collocamento ha raccolto quasi 18 miliardi di dollari con le azioni che sono state collocate a 44 dollari per azione, al di sopra della forchetta stimata dalla società e compresa tra 37 e 42 dollari. Il titolo ora scambia a 59,78 dollari, in rialzo di quasi il 35,86 %, dopo aver toccato un massimo intraday a 69 dollari.
Un’operazione record, che va così a eclissare sia l’Ipo superiore a 10 miliardi di dollari portata avanti nel 2000 da AT&T Wireless, il primo operatore americano di telefonia, sia quella pari a 8,7 miliardi messa a segno nel 2001 da Kraft Foods.
Lo scorso 25 febbraio, il gruppo di San Francisco aveva comunicato alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti d’America (Sec), l’autorità di vigilanza a stelle e strisce sulle società quotate e i mercati finanziari, che avrebbe messo in vendita circa 406 milioni di azioni di “Classe A” a un prezzo compreso fra 37 e 42 dollari ciascuna. In base a questa forchetta, l’Ipo di Visa avrebbe dovuto raccogliere una cifra compresa tra i 15 e 17 miliardi di dollari, con l’esercizio della greenshoe si sarebbe arrivati a toccare quota 18,8 miliardi. Sul finire dello scorso anno il colosso delle carte di credito aveva presentato alla Sec la documentazione per un’Ipo.
Guardando anche al successo ottenuto dall’operazione della “rivale” MasterCard, il cui valore dal debutto avvenuto nel 2006 è aumentato di cinque volte, gli investitori potenziali di Visa hanno risposto postivamente la quotazione che promette di essere davvero redditizia.