Notizie Notizie Italia Debito pubblico verso nuovi record. Mazziero: conti “alla deriva”

Debito pubblico verso nuovi record. Mazziero: conti “alla deriva”

5 Ottobre 2023 12:33

Siamo di fronte a uno scenario complicato dove si fa sempre più fatica a cogliere gli aspetti positivi, mentre emergono sempre più dati negativi. Certo è una congiuntura internazionale e l’inasprimento dei tassi della Bce non aiuta, ma tutti sanno che nei momenti favorevoli si dovrebbe “mettere fieno in cascina” per i tempi difficili e questo noi non lo sappiamo fare. Lo si legge nel 51° Osservatorio trimestrale – La deriva dei conti pubblici pubblicato oggi dalla Mazziero Research.

Debito vicino ai 3.000 miliardi il prossimo anno

Nei primi sette mesi del 2023 lo Stato ha speso 135 miliardi in più di quanto ha incassato; l’anno scorso dopo sette mesi aveva speso “solamente” 82 miliardi in più rispetto alle entrate. Sono numeri da emergenza e che avevamo visto solo nel 2020 in piena pandemia quando, come oggi, si spesero 135 miliardi in più. Il debito pubblico, partito a gennaio a 2.757 miliardi è giunto a luglio, record dopo record, a 2.859 miliardi, ben 102 miliardi in più. “Queste cifre sono il segno evidente di una deriva dei conti pubblici a cui il Governo, e quello attuale è in buona compagnia con i precedenti, non sa o non può porre rimedio. Siamo solo campioni nello spendere” scrive la Mazziero Research nel consueto report trimestrale sui conti pubblici.

Un grafico vale più di mille parole e quello che la figura qui sopra ci dice è che partendo da 2.757 miliardi a gennaio ogni mese successivo sino a luglio ha segnato un nuovo record, arrivando a 2.859 miliardi con un incremento di 102 miliardi in pochi mesi. “Da qui in avanti la dinamica sarà più regolare, con oscillazioni verso l’alto e verso il basso, per terminare in una fascia compresa tra 2.839 e 2.875 miliardi” afferma la Mazziero Research. Nella Nota di aggiornamento al DEF (NaDEF), il Governo stima un debito a fine 2023 a 2.874 miliardi, con un aumento di 116 miliardi rispetto a fine 2022. In termini assoluti il debito continuerà a crescere con una dinamica accentuata che ci porterà, secondo le stime del Governo riportate nella NaDEF, a sfiorare i 3.000 miliardi il prossimo anno, per poi superare stabilmente questa soglia dal 2025 (vedi figura qui sotto).

Debito/Pil e deficit/Pil

La figura qui sopra riporta l’evoluzione del rapporto debito/Pil come indicato nella Nota di aggiornamento al DEF con valori percentuali che risultano più bassi rispetto al precedente DEF grazie alla revisione apportata dall’Istat ai conti nazionali nel triennio 2020-2021. Questa revisione ha riguardato tutti i Paesi europei in base alle nuove indicazioni di Eurostat e ha generato un aumento dei valori del Pil che quindi hanno abbassato il rapporto debito/Pil.

Discorso differente per il rapporto deficit/Pil (vedi figura sopra) che in virtù di un aumento dell’indebitamento e di una riduzione del Pil prospettico porta il deficit/Pil dal 4,5% al 5,3% nel 2023, dal 3,7% al 4,3% nel 2024, dal 3,0% al 3,6% nel 2025 e dal 2,5% al 2,9% nel 2026. “In base alle nuove regole del Patto di Stabilità europeo l’Italia rispetterebbe l’aggiustamento minimo di bilancio dello 0,5% l’anno, mentre la riduzione del rapporto debito/Pil potrebbe venire considerata troppo lenta” scrive la Mazziero Research.

Probabile downgrade del rating Italia?

Sinora non vi sono stati cambiamenti nelle valutazioni del rating italiano, come si può notare dalla figura qui sotto. Tuttavia, scrive la Mazziero Research, “negli ultimi tempi la situazione economica è sensibilmente cambiata, con un rallentamento della crescita e un peggioramento dei conti pubblici, quindi vi potrebbero essere delle modifiche nelle valutazioni con un peggioramento dell’outlook“.

Vediamo di seguito cosa potrebbe accadere secondo la Mazziero Research:

  • Moody’s aveva già ipotizzato un abbassamento del rating; avendo già un outlook negativo non può far altro che portare la valutazione da Baa3 a Ba1 che corrisponde a un bond non investment grade (speculativo o in gergo “spazzatura”). Non vi sarebbero conseguenze rilevanti fintantoché almeno un’altra agenzia dovesse scendere a questo livello.
  • Fitch e Standard&Poor’s valutano l’Italia BBB con outlook stabile, è possibile una revisione in negativo dell’outlook senza variazione del livello del rating. Anche in questo caso, salvo particolari tensioni sui mercati, gli effetti sarebbero limitati.
  • DBRS e Scope hanno la valutazione più benevola nei confronti dell’Italia a BBB+ con outlook stabile, è possibile una revisione in negativo dell’outlook comunque senza apprezzabili conseguenze.

Pil 2023 in frenata

Il clima economico si sta via via deteriorando: secondo la Mazziero Research è l’effetto in qualche modo voluto dalla Banca Centrale Europea con la politica restrittiva sui tassi. “Questi rialzi dei tassi dovrebbero contribuire a sostenere l’euro nei confronti del dollaro, cosa che nel frangente attuale non sta avvenendo, anzi si assiste a un rafforzamento del dollaro rispetto all’euro. Un dollaro più forte rende le nostre esportazioni Extra UE più competitive, ma aggrava la bilancia dei pagamenti per le importazioni in particolare per l’energia; il risultato ottenuto è quello di alimentare quell’inflazione importata che si vorrebbe combattere”.

La tabella qui sotto riporta le nostre stime sul Pil dell’intero anno 2023 e dei singoli trimestri. Considerato il persistente deterioramento economico, la Mazziero Research ha abbassato la stima del Pil reale (al netto dell’inflazione) dal precedente +0,2% a -0,1% nel 3° trimestre, mantenendo per il momento un 4° trimestre piatto, che prevedibilmente potrebbe essere rivisto al ribasso. “Per l’intero anno 2023, la stima del Pil viene abbassata dal precedente +0,8% a +0,6%, un valore che si situa al di sotto della crescita acquisita comunicata da Istat pari al +0,7%”.