Debito pubblico: dopo il picco di ottobre Mazziero stima un calo a novembre. Inverno senza problemi di gas
Nel mese di ottobre il debito pubblico italiano ha segnato un nuovo record storico salendo a ottobre a quota 2.771 miliardi, un valore ben al di sopra delle precedenti stime elaborate dalla Mazziero Research. Secondo Maurizio Mazziero il debito pubblico ad ottobre è stato spinto al rialzo da un aumento delle disponibilità liquide del Tesoro per limitare le emissioni di titoli di Stato sul finire dell’anno.
Tuttavia, dopo il balzo in avanti messo a segno nel mese di ottobre, nel mese di novembre dovremmo nuovamente assistere ad un calo del debito a 2.760 miliardi, diminuzione che dovrebbe proseguire anche nell’ultimo mese dell’anno in una forchetta che al momento stimiamo tra 2.744 e 2.759 miliardi. Si tornerà poi a salire da gennaio superando prima di giugno i 2.800 miliardi. Il grafico qui sotto mostra con la linea rossa i dati ufficiali pubblicati da Banca d’Italia, mentre in grigio abbiamo i valori del debito pubblico stimati dalla Mazziero Research e come vediamo il trend previsionale mostra una dinamica rialzista, con il valore del debito che a giugno 2023 potrebbe risultare nella forchetta 2.826 – 2.871 miliardi di euro.
Scorte gas sufficienti per superare inverno
Buone notizie sul livello delle scorte di gas, con le stime della Mazziero Research che confermano che saranno sufficienti per affrontare l’inverno. In tal senso, qui sotto abbiamo il grafico ad istogrammi dove in blu è evidenziato il livello delle scorte, che tendono man mano a diminuire per l’utilizzo nei mesi più freddi. In rosso troviamo il consumo, che la Mazziero Research ha posto pari a quello dell’anno scorso; mentre in verde viene indicato il livello delle importazioni mensili, stimato pari a quello del luglio scorso, ma azzerando il flusso dalla Russia, che attualmente in minima parte sta ancora arrivando.
Dal grafico in questione “è possibile notare che le scorte raggiungerebbero il punto minimo a marzo a 5,3 miliardi di metri cubi, un livello che costituisce un buon margine di sicurezza. Una volta superato l’inverno, si riaprirà la sfida con la rincorsa di tutti i governi europei al riempimento degli stoccaggi per l’inverno prossimo; tuttavia, sul finire dell’estate potrebbero ancora verificarsi alti prezzi del gas, ma probabilmente al di sotto della soglia di 180 euro per Megawattora, indicata dalla Commissione Europea come Price Cap. Resteranno invece elevati i noli delle navi metaniere influenzati anche dai tempi di attesa per lo scarico dovuti a una insufficiente capacità di rigassificazione in ambito europeo.”