Debito-Pil Italia a 200%? Con Covid ex FMI paventa bailout banche 15% Pil e default
Rischio seconda ondata di contagi COVID-19, allentamento lockdown che spaventa, ipotesi di tassi negativi negli States come in Europa, recessione che infetta il globo dopo che lo ha fatto il virus, debiti che vanno fuori controllo per la necessità dei governi di non far affondare del tutto consumi e investimenti: i mercati stanno davvero prezzando i timori degli investitori? Da Londra Marco Bernardeschi. Chief Investment Officer presso JCI Capital, che presenta nella sua analisi “Mistero Buffo” la sua view sul comportamento degli asset finanziari, dicendo la sua anche sui BTP, con tanto di grafico:
“Lo spread – si legge nel report -tra i CDS ISDA 2003 e i CDS ISDA 2014 riflette il rischio di ridenominazione per le obbligazioni italiane (l’annata 2014 include clausole di garanzia per una ridenominazione della valuta seguente a default, il 2003 no)”.
Viene fatto notare che “finora le promesse di acquisto di obbligazioni da parte della BCE sono state insufficienti per contenere lo spread verso la Germania o sui CDS vintage” e che “forse c’è una buona ragione: anche da stime prudenti, il rapporto debito/PIL italiano potrebbe facilmente avvicinarsi al 200% nei prossimi anni“.
Il rapporto debito-Pil è arrivato insomma a un punto di non ritorno?
Desmond Lachman, docente presso l’American Enterprise Institute, ex vice direttore del dipartimento di Sviluppo e revisione del Fondo Monetario Internazionale e, ancora prima, responsabile strategist dei mercati emergenti presso Salomon Smith Barney, affronta il caso Italia nell’articolo Government Debt Still Matters – Just Ask Italy .
Lo scenario paventato da Lachman per l’Italia è dei peggiori e chiama in causa anche il sistema bancario, considerato “shaky”, “instabile”.
In un altro articolo sempre Lachman sottolinea che una crisi del debito sovrano italiano potrebbe esplodere entro l’estate. Tanto che l’interrogativo, per l’esperto, è il seguente: ‘l’Italia potrebbe fare default sul suo debito a causa del coronavirus?”
“Il sistema bancario instabile dell’Italia sarà probabilmente colpito in modo sostenuto dalla recessione economica peggiore dal Dopoguerra. Questo shock potrebbe scatenare un balzo dei crediti deteriorati (NPL), al punto da costringere il governo italiano a salvare le banche (italiane) sostenendo un costo pari al 10-15% del Pil“.
La prospettiva di un debito pubblico ancora più alto viene anticipata anche dal trend dei tassi dei BTP che, fa notare l’economista, è già al rialzo.
“Il tasso di interesse a cui il governo italiano può indebitarsi è superiore ora del 2,5% rispetto ai tassi della Germania (e la ragione non è la Germania) – scrive Lachman, riferendosi allo spread BTP-Bund – Le esperienze del passato dimostrano che lo spread potrebbe salire anche ulteriormente, se gli investitori arrivassero alla conclusione che il rapporto debito-Pil fosse ormai destinato a salire per sempre, o se le agenzie di rating dovessero declassare i titoli di stato italiani allo status junk”.
“Tutto ciò – sottolinea l’ex Fmi – suggerisce che l’Italia potrebbe finire con l’affrontare un nuovo capitolo della crisi del suo debito sovrano alla fine di quest’anno, fattore che non promette affatto bene per una ripresa dell’economia americana e globale. Considerato che l’Italia è il terzo mercato dei debiti sovrani più grande al mondo, una crisi italiana dei debiti ha il potenziale di sconvolgere i mercati finanziari globali. A preoccupare dovrebbe essere anche una crisi del debito italiano dopo la recente sentenza-ultimatum della Corte costituzionale tedesca (Karlsruhe), che sembra aver limitato in modo sostenuto l’abilità della Bce di lanciare un bail out per salvare l’Italia”. C’è da dire a tal proposito che l’Ue sta dimostrando piuttosto compatta nel difendere la banca centrale, al punto che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha minacciato una procedura di infrazione contro la Germania.
“Epicentro della pandemia europea del coronavirus, l’economia italiana secondo le stime ufficiali dovrebbe crollare del 10% circa nel 2020 – ha rimarcato Lachman – una situazione che, probabilmente, metterebbe i conti pubblici in una traiettoria chiaramente insostenibile. Stando all’Fmi, il deficit dell’Italia balzerà probabilmente all’8,5% del Pil, quest’anno. Allo stesso tempo, entro la fine dell’anno, il rapporto debito-Pil dovrebbe salire al 160%. E la prospettiva è di ulteriori rialzi di questo ratio, visto che il paese continua ad avere difficoltà a generare una crescita economica a causa della camicia di forza dell’euro”.