De Meo lascia Renault che inchioda in Borsa: -7%. E Kering brinda al suo arrivo

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Scossone nel mondo dell’auto. L’amministratore delegato Luca de Meo – ex delfino di Sergio Marchionne – lascia la guida del gruppo dopo cinque anni per spostarsi, secondo indiscrezioni confermate da fonti vicine alla situazione confermando un articolo pubblicato domenica da Le Figaro, verso Kering: il colosso del lusso a cui fanno capo, fra gli altri, i brand Gucci e Yves Saint Laurent. Le sue dimissioni saranno effettive dal 15 luglio. Ma il contraccolpo in Borsa è stato ovviamente immediato: il titolo ha lasciato sul terreno quasi il 7% a 40 euro. Un segnale poco positivo per il settore europeo dell’auto, già in difficoltà. Vola invece Kering: +9%
Le dimissioni
Nel pomeriggio di domenica 15 giugno, il consiglio di amministrazione di Renault ha accolto le dimissioni del manager e “ha avviato il processo di nomina di un nuovo amministratore delegato sulla base del piano di successione già definito”. De Meo dovrebbe essere nominato amministratore delegato di Kering nei prossimi giorni.
Ma, al momento, la società guidata da Francois-Henri Pinault, riporta Le Figaro, avrebbe deciso di fare un passo indietro, riorganizzare la governance della società e separare i ruoli di ceo e presidente che attualmente ricopre.
Le azioni della società del lusso hanno perso oltre il 60% del loro valore negli ultimi due anni contrassegnati da una serie di problematiche: per eempio, il cambio di stilista di Gucci.
Per de Meo si tratta di una vera rivoluzione avendo lavorato per 10 marchi appartenenti a quattro gruppi automobilistici diversi. Il primo è stato proprio Renault, poi Toyota Europe e Fiat, dove ha diretto le marche Lancia, Fiat ed Alfa Romeo e dove è stato artefice del rilancio della Fiat 500.
Nel 2009 de Meo è passato a Volkswagen, poi nel 2012 è entrato nel cda di Audi, quindi dal 2015 al 2020 è stato presidente del comitato esecutivo di Seat. Tra i suoi incarichi anche quello di membro dei Consigli di Sorveglianza di Ducati e Lamborghini. Dal 2020 alle Renault è poi diventato nel 2023 presidente dei produttori europei riuniti in Acea.
Alert sull’auto
Quella di de Meo è stata una vita dedicata al mondo dei motori. Nelle ultime settimane, insieme al presidente di Stellantis John Elkann, il manager ha lanciato l’allarme sull’industria dell’auto europea: il suo “destino si gioca quest’anno”, ha detto in un’intervista a Le Figaro, premendo sull’Unione Europea per una semplificazione delle norme per costruire piccole auto sul modello delle K-car, vetture leggere e compatte, molto diffuse in Giappone e perfette per le città.
Ecco perché il passo indietro oggi viene letto dal mercato come un segnale di sfiducia forte per il settore.
“Gli attribuiamo il merito di aver riportato colore, energia e risultati eccellenti a Renault dopo anni di prodotti e risultati finanziari al di sotto della media”, ha scritto l’analista di Jefferies Philippe Houchois in una nota. “La sua partenza lascia Renault senza leader in un momento in cui il gruppo deve comunicare un nuovo piano strategico e smantellare ulteriormente l’alleanza con Nissan”. Renault, di proprietà al 15% del governo francese, negli ultimi mesi è stata frenata dalla sua scarsa presenza negli Stati Uniti, dove i dazi del presidente Donald Trump stanno colpendo duramente rivali come il produttore di Jeep Stellantis NV, e in Cina, dove anche le case automobilistiche soffrono di una concorrenza spietata.
L’impatto su Kering
La scelta di De Meo è “un passo nella giusta direzione, a quanto pare”, ha affermato Luca Solca, analista del settore lusso di Bernstein. “De Meo aggiunge autorevolezza ed esperienza a un’azienda che ne ha bisogno”. Quello che resta ancora da vedere, ha aggiunto Solca, è se “sarà in grado di partire subito con il piede giusto e di essere efficace come lo è stato nel settore automobilistico”.
“La nomina di de Meo come ceo in Kering – commenta Equita – rappresenterebbe un passaggio di governance importante, già emerso in indiscrezioni di stampa negli ultimi giorni, con la separazione dei ruoli di presidente e ceo fino ad ora ricoperti entrambi da Pinault, azionista di controllo del gruppo. Benché sia estraneo al mondo del lusso, Pinalut avrebbe scelto De Meo per il suo stile manageriale orientato al cambiamento, per il connubio di origini italiane, ma con esperienza già in un gruppo francese, per il suo buon rapporto con la comunità finanziaria. Complessivamente vedremmo positivamente questa evoluzione della governance, anche se con riflessi sul business naturalmente non immediati”. Il mercato intanto approva e Kering vola in Borsa.