Dbrs: banche italiane sostenute da riduzione Npl e condizioni finanziamento
I risultati del terzo trimestre per le principali banche italiane mostrano ulteriori progressi nella riduzione dei crediti deteriorati (non-performing loans, Npl) e nel controllo dei costi, nonchè un miglioramento nell'accesso ai mercati finanziari. E' quanto si legge in un report di Dbrs Morningstar dedicato alle principali banche italiane. "I loro coefficenti patrimoniali si sono ulteriolmente rafforzati, ma i ricavi core hanno continuanto a essere sotto pressione in uno scenario caratterizzato da bassi tassi di interesse e dalle stategie di de-risking in corso", si legge nella nota dui Dbrs.
In particolare, gli analisti di Dbrs segnalano che le cinque maggiori banche italiane (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Mps, Ubi Banca) hanno registrato profitti netti complessivi per 2,4 miliardi di euro nel terzo trimestre 2019 rispetto a 1,1 miliardi dell'analogo periodo nel 2018. "Questo significativo miglioramento - spiegano gli esperti - riflette principalmente alcuni oneri straordinari per circa 800 milioni di euro del terzo trimestre. Escludendo questi elementi, l'utile netto aggregato è aumentato del 28% su base annua".
La combinazione tra minori accantonamenti per perdite su crediti (ovvero lower loan loss provisions, LLP), controllo dei costi e maggiori proventi finanziari ha contribuito a controbilanciare la sui ricavi core delle banche, ovvero il margine netto di interesse e le commissioni. Il return on equity (Roe) totale nei primi nove mesi del 2019 si è attestato al 6% in media contro 5,5% nello stesso periodo del 2018.
In particolare, gli analisti di Dbrs segnalano che le cinque maggiori banche italiane (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Mps, Ubi Banca) hanno registrato profitti netti complessivi per 2,4 miliardi di euro nel terzo trimestre 2019 rispetto a 1,1 miliardi dell'analogo periodo nel 2018. "Questo significativo miglioramento - spiegano gli esperti - riflette principalmente alcuni oneri straordinari per circa 800 milioni di euro del terzo trimestre. Escludendo questi elementi, l'utile netto aggregato è aumentato del 28% su base annua".
La combinazione tra minori accantonamenti per perdite su crediti (ovvero lower loan loss provisions, LLP), controllo dei costi e maggiori proventi finanziari ha contribuito a controbilanciare la sui ricavi core delle banche, ovvero il margine netto di interesse e le commissioni. Il return on equity (Roe) totale nei primi nove mesi del 2019 si è attestato al 6% in media contro 5,5% nello stesso periodo del 2018.