Notizie Notizie Mondo Dazi Usa e l’umore di Mr. Market, Bce verso nuovo taglio: i temi clou di questa settimana ‘corta’

Dazi Usa e l’umore di Mr. Market, Bce verso nuovo taglio: i temi clou di questa settimana ‘corta’

14 Aprile 2025 11:01

Dazi Usa e l’umore dei mercati, ma anche la riunione della Banca centrale europea (Bce) che si prepara a consegnare ai mercati un nuovo taglio dei tassi. Una settimana corta (per via della festività di venerdì) ma che vede molti spunti in primo piano sui mercati finanziari. Temi che si intrecciano tra loro.

Dal due di aprile in poi, giono del “Liberation dayil flusso di notizie sul fronte commerciale si è ulteriormente intensificato e le ultime indicazioni riguardano il mondo dei semiconduttori. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha, infatti, confermato che nuove tariffe sui semiconduttori potrebbero essere annunciate “nel corso della prossima settimana”. E poi si attende la Bce di giovedì 17 aprile: come sempre alle 14:15 arriverà il comunicato ufficiale dell’Eurotower e 30 minuti dopo è prevista la conferenza stampa di Christine Lagarde.

Ma concentriamo sulle attese per il meeting della Bce e sulla reazione del mercato.

Settimo taglio dei tassi in arrivo

Per la Bce la situazione è cambiata nel giro di poco tempo, con le scommesse del mercato di una pausa sui tassi che si sono dissolte di fronte all’escalation della guerra commerciale. Se fino a qualche settimana fa, c’era chi sosteneva che la Bce potesse prendersi una pausa sui tagli dei tassi ora la situazione (post liberation day) si è letteralmente ribaltata.

Ora la Bce, scrivono alcuni economisti, è obbligata a tagliare di fronte alle tensioni commerciali e al rafforzamento dell’euro. Proprio sul finire della scorsa settimana la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito che l’istituto di Francoforte mantiene la guardia alta di fronte alle incertezze commerciali in atto e ribadisce l’impegno a intervenire a favore della stabilità (dei prezzi e finanziaria).

In generale, mentre la Bce può tranquillamente agire sui tassi visto il contesto inflattivo benigno, la Fed dovrà monitorare attentamente l’impatto dei dazi sui prezzi e sulle aspettative d’inflazione che, nell’ultimo sondaggio dell’Università del Michigan, hanno continuato a salire, soprattutto quelle a 12 mesi“, segnalano gli strategist di Mps Capital Services.

Bce costretta a tagliare: ecco perchè

“Dopo la riunione di marzo, la Bce sembrava pronta a prendersi una pausa nella riunione successiva. Soprattutto perché l’euforia seguita alla svolta fiscale tedesca e il discorso della spesa per la difesa europea, con il ReArm europe, avevano chiaramente migliorato le prospettive di crescita dell’eurozona. Tuttavia, dal “Giorno della Liberazione”, una pausa non è più un’opzione“, scrive nel commento odierno sulla Bce Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING.

I dazi statunitensi sull’UE e su molti altri paesi hanno riacceso le preoccupazioni sulla crescita dell’eurozona, almeno nel breve termine. Il rafforzamento dell’euro e il calo dei prezzi dell’energia hanno contribuito ad aumentare le spinte disinflazionistiche che le attuali tensioni commerciali avranno sull’eurozona. Di conseguenza, la Bce, che solo poche settimane fa sembrava indecisa tra una pausa e un nuovo taglio dei tassi, questa settimana dovrà proseguire con l’attuale ciclo di allentamento monetario. Come accaduto lo scorso ottobre, un taglio dei tassi questa settimana può essere facilmente etichettato come ‘insurance cut’; un taglio che non può causare alcun danno, mentre rimanere in pausa non solo metterebbe in dubbio la volontà della Bce di sostenere la crescita, ma potrebbe anche portare a un ulteriore e ingiustificato rafforzamento dell’euro”.

Con l’atteso taglio dei tassi, la Bce dovrà anche modificare la propria comunicazione. Invece di dire “la politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva”, la Bce probabilmente segnalerà che, al 2,25%, il tasso di deposito si troverebbe ora nell’intervallo dei tassi di interesse neutrali.

Guardando al futuro, la Bce si trova ad affrontare almeno due grandi sfide principali. “Le tensioni commerciali in corso e l’elevato livello di incertezza potrebbero costringere la Bce a tagliare i tassi di interesse più di quanto attualmente sia disposta ad ammettere – segnalano da ING -.  Allo stesso tempo, il rafforzamento dell’euro, non solo nei confronti del dollaro, eserciterà una maggiore pressione disinflazionistica sull’eurozona”. Secondo la view della banca olandese, “queste pressioni potrebbero spingere la Bce ad aprire, almeno verbalmente, la porta a una politica monetaria accomodante”.

Mercati in crisi o solo in crisi d’umore? L’effetto Trump, i dazi e il ritorno dell’euforia

Analizzando i principali market mover della settimana, Gabriel Debach, market analyst di eToro, scandaglia la recente reazione dei mercati all’era dazi. “Quando domina la paura, Mr. Market cade in depressione. Vede solo problemi, ti offre il suo interesse a prezzi stracciati, terrorizzato che tu voglia disfartene. Poi basta poco – una parola, un’indicazione, un cambio di tono – e torna l’euforia. Mr. Market ha problemi emotivi incurabili. Ma tu no. Come diceva Ben Graham – e ricordava Warren Buffett – il segreto non è seguire l’umore di Mr. Market, ma approfittarne“, ricorda l’esperto, sottolineando come “in mercati guidati dall’umore, a volte bastano le parole, più dei fatti, per cambiarne la direzione. Trump lo sa bene”.

Ma sa che in questo momento c’è un altro fronte da osservare: quello obbligazionario – aggiunge Debach -. I rendimenti decennali sono saliti per cinque sedute consecutive, chiudendo la settimana con un +12,4% – il rialzo più marcato dal 2022. Nel frattempo, il dollaro ha continuato a indebolirsi: quarta seduta negativa, terza settimana consecutiva in calo, terzo mese di fila. Una combinazione che, per un investitore europeo, ha un significato chiaro: anche con l’S&P 500 in ripresa, Wall Street resta in recessione. Perché, al netto dell’effetto cambio, l’indice è ancora sotto del 20,9% dai massimi storici”.