Notizie Notizie Italia Da Vegas allarme su titoli di Stato: tetto per banche provocherebbe ondata turbolenze

Da Vegas allarme su titoli di Stato: tetto per banche provocherebbe ondata turbolenze

9 Maggio 2016 10:19
L’introduzione di un tetto all’ammontare dei titoli di Stato detenuti dalle banche potrebbe far scattare una nuova ondata di turbolenze sui mercati. L’avvertimento arriva dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas. Il provvedimento, in discussione in ambito europeo e internazionale, potrebbe in astratto avere l’effetto positivo di dare maggiore efficacia alla politica monetaria, eliminando gli incentivi ad investire in titoli pubblici piuttosto che in crediti alle imprese, ma presenta secondo Vegas delle controindicazioni importanti: “In assenza di livelli di patrimonializzazione del settore adeguatamente superiori a quelli minimi regolamentari – rimarca Vegas nel discorso tenuto in Borsa Italiana – la misura in discussione avrebbe l’effetto di avvantaggiare gli Stati con rating più elevati e costringere le banche a ridurre bruscamente e in maniera disordinata l’esposizione in titoli di Stato con rating peggiori. Ne conseguirebbe una nuova ondata di turbolenze e instabilità sul mercato dei titoli pubblici”. “Il conseguente aumento dei tassi – prosegue Vegas – avrebbe effetti negativi sulla sostenibilità del debito pubblico, che si sommerebbero alle attuali criticità nell’operare significative correzioni ai bilanci degli Stati per effetto di una bassa crescita”.

Bene fondo Atlante e Gacs
Nell’incontro annuale con il mercato finanziario tenuto questa mattina in Borsa Italiana, Vegas ha spaziato su tutti i temi più caldi, promuovendo il fondo Atlante che offrirà risorse importanti al sistema bancario italiano contribuendo alla formazione di un mercato delle sofferenze bancarie efficiente, che non imponga svalutazioni incongrue. Promossi anche i provvedimenti recentemente emanati dal governo, volti a rendere più efficienti e a semplificare le procedure di escussione delle garanzie reali al fine di accorciare i tempi di recupero dei crediti. 

Vicenda liquidazione 4 banche non mette in discussione validità modelli vigilanza
Vegas ha difeso la validità di fondo dei modelli di vigilanza sulla prestazione dei servizi d’investimento. Il numero uno della Consob ha rimarcato che la vicenda della liquidazione di quattro banche (Banca Marche, CariFerrara, CariChieti, Banca Etruria) è stato un evento che, se pure di dimensioni limitate in termini relativi, ha scosso profondamente la fiducia dei risparmiatori e dell’opinione pubblica nel sistema bancario “e ha avuto un fortissimo impatto psicologico ed emotivo”. “In seguito ad esso è radicalmente cambiata la percezione dei rischi insiti nell’investimento in depositi e strumenti finanziari emessi da banche e si è imposto all’attenzione dell’opinione pubblica il tema delle obbligazioni subordinate”, ha detto Vegas sottolineando come i rischi erano chiari anche se i prospetti restano troppo complessi. 
Le quattro banche avevano in circolazione obbligazioni subordinate per un controvalore complessivo di poco più di 1 miliardo, di cui circa il 70% emesse prima del 2008. L’ultima emissione destinata ai clienti al dettaglio è avvenuta nell’ottobre 2013. L’importo in possesso della clientela retail al 30 giugno 2015, sottolinea Vegas, era di 374 milioni di euro, pari all’1,17% del totale delle obbligazioni subordinate emesse da banche italiane detenute dalla clientela retail e allo 0,03% del totale degli strumenti finanziari della clientela retail detenuti presso le banche.
Con attuali condizioni mercato difficile realizzare nuovi aumenti di capitale
Tempio difficili per chi intende effettuare operazioni di ricapitalizzazione. “Nelle attuali condizioni di mercato non è facile realizzare nuovi aumenti di capitale. Sulle valutazioni degli investitori pesa, in particolare, il problema delle sofferenze – sottolinea Vegas – . I dati del rapporto Transparency Exercise, pubblicati a fine 2015 dall’autorità bancaria europea, o Eba (European Banking Authority), indicano che l’Italia è uno dei Paesi dell’Unione europea con la più alta incidenza di crediti deteriorati sul totale degli impieghi bancari. Si tratta tuttavia di calcoli operati secondo metodi non sempre condivisibili”.