D-Day manovra, NY Times lancia allarme. Barclays teme elezioni anticipate entro I trim. 2019
Nelle ultime ore, precedenti il D-Day della manovra, gli alert si sono sprecati: per fare qualche esempio, in un articolo firmato da Jack Ewing e Jason Horowitz, il New York Times ha spiegato i motivi per cui “l’Italia potrebbe essere l’epicentro della prossima crisi finanziaria“, mentre gli analisti di Barclays hanno diramato una nota in cui si legge che non sarà facile per l’Italia riuscire a risolvere la crisi del debito, e in cui hanno agitato anche lo spettro delle elezioni anticipate, già nei primi tre mesi del 2019.
In realtà, per ora, Barclays ritiene che la situazione sia gestibile e non paventa alcuna catastrofe imminente.
Tuttavia, “il rischio che l’Italia scivoli in una spirale instabile del debito è aumentato. Un tale scenario potrebbe essere provocato da un grande scontro con la Commissione europea nel corso dei prossimi mesi, e portare dunque a elezioni anticipate all’inizio del 2019″.
Sebbene non sia questo lo scenario di base di Barclays, un evento del genere potrebbe a suo avviso far balzare lo spread al di sopra della soglia dei 400 punti base, mettendo sotto ulteriore pressione le banche italiane.
Gli esperti parlano anche del rischio significativo che le agenzie di rating globali finiscano con il bocciare la valutazione sul debito governativo italiano.
Al momento, l’Italia ha un rating “Baa2” assegnato da Moody’s e “BBB” assegnato da S&P: i verdetti di entrambe le agenzie sono attesi per la fine del mese.
Un qualsiasi downgrade, si legge nella nota, “avrebbe il potenziale di colpire in modo ancora più incisivo e negativamente il sentiment di mercato”. Per gli analisti della banca britannica, insomma, la crisi del debito italiano rimane uno dei fattori di rischio più pericolosi monitorati dai radar dei mercati globali.
Il New York Times ha toni ancora più drammatici: “la storia suggerisce che il mondo si appresta a vivere un’altra crisi finanziaria. Crisi che, secondo un numero crescente di indicatori, potrebbe iniziare in Italia”.
D’altronde, “molti ingredienti sono qui presenti. Una montagna di debiti. Banche deboli. Un governo inaffidabile. Un’economia grande capace di infliggere danni collaterali al di là dei confini italiani”.
Come se non bastasse, “l’Eurozona si sta ancora riprendendo dalla crisi del debito iniziata in Grecia nel 2010. L’Italia, terza economia del blocco, incide sul Pil dell’Unione europea per l’11% – 10 volte tanto l’incidenza della Grecia – e ha il potenziale di fare decisamente più danni”.
Allo stesso momento, il timing è di importanza cruciale e pone un dilemma, piuttosto, per i piani alti di Bruxelles. Anche perchè, se lasceranno correre, chiudendo un occhio sulla legge di bilancio, si mostreranno incapaci di mettere in riga un membro indisciplinato. Allo stesso tempo, se saranno troppo duri con l’Italia, rischieranno di diventare un “capro espiatorio conveniente per i politici italiani”. E dunque, in vista delle elezioni europee previste per l’anno prossimo, di vedere ulteriormente offuscata una immagine non proprio invidiabile. Per questa ragione, scrive il New York Times, è probabile che i leader europei decidano di rispondere all’Italia con sanzioni, come il taglio dei fondi Ue, in modo tuttavia cauto.
In tutto questo, cresce la preoccupazione sul futuro del ministro dell’economia Giovanni Tria , e il ministro per gli Affari europei non viene più considerato l’unico candidato papabile a prendere il suo posto.
Lo spread BTP-Bund è sotto controllo nella giornata di oggi, proprio nel giorno D-Day della manovra, in cui sia il decreto fiscale che il Dpb – documento programmatìco di bilancio, che può essere considerato l’asse portante della legge di bilancio – dovranno arrivare alle scrivanie della Commissione europea entro la mezzanotte.