CTZ allocati tassi dimezzati, spread giù. Aste Bot e Btp chiamate a confermare euforia su carta italiana
Indicazioni convincenti dall’asta CTZ , la prima del classico trittico di aste di fine mese. Tassi di assegnazione in netto calo: i titoli biennali (scadenza novembre 2020) per 2 miliardi di euro, il massimo dell’ammontare previsto (range era 1,5-2 mld). Dall’emissione, è risultato che il rendimento allo 0,288%, praticamente dimezzato rispetto al precedente collocamento di febbraio che aveva evidenziato un tasso di assegnazione di 0,592%. La domanda si è attestata a 3,617 miliardi di euro a fronte di 2 miliardi assegnati con bid to cover di 1,81 (il mese scorso era stato di 1,82).
Il Tesoro ha emesso anche BTP indicizzati (BTPei) per 920 milioni di euro. Nel dettaglio il Btpei a 10 anni è stato allocato al tasso medio di assegnazione dell’1,6%. Il rapporto di copertura è stato di 1,54.
Dopo l’asta Ctz lo spread Btp-Bund si è ristretto tornando sotto la soglia dei 250 pb con rendimento del Btp in area 2,48%.
I nuovi test di domani e giovedì
Domani sarà il turno dell’asta Bot e giovedì di quella Btp. Per quanto concerne l’asta Bot, il Tesoro offrirà titoli semestrali per sei miliardi di euro. Il clou sarà però l’asta del giorno successivo con Btp a 5 e 10 anni, insieme anche al CCTeu. Relativamente ai Btp, spicca il debutto del nuovo titolo a 5 anni con scadenza luglio 2024. Il Tesoro per il nuovo titolo quinquennale ha previsto l’emissione di un quantitativo elevato: da un minimo di 3,25 miliardi a un massimo di 3,75 miliardi. Per il Btp a 10 anni (3a tranche, scadenza agosto 2029) l’emissione sarà più contenuta (range 2,25-2,75 mld). Infine è prevista l’emissione di un ammontare tra 500 mln e 1 miliardo di CCTeu con scadenza gennaio 2025.
Lo scorso mese il titolo decennale era stato allocato al tasso del 2,81% con domanda pari a 1,31 volte il quantitativo allocato (che era stato di 4 mld, ben superiore a quello previsto nell’asta di giovedì). Attualmente sul secondario il titolo decennale viaggia a rendimenti ben inferiori, sotto l’asticella del 2,5%.