Notizie Notizie Mondo Crollo dei mercati e il vecchio adagio di iniziare a comprare quando il pessimismo infuria

Crollo dei mercati e il vecchio adagio di iniziare a comprare quando il pessimismo infuria

17 Marzo 2020 11:14

L’emergenza coronavirus ha letteralmente prodotto uno shock sui mercati azionari che hanno vissuto più giornate di vera e propria capitolazione (ieri peggior seduta dal 1987 per Wall Street), con il mercato italiano letteralmente massacrato, in quanto il deal preferito dai trader internazionali per coprire il rischio era shortare Italia. In tutto questo massacro, afferma Michele De Michelis, Responsabile investimenti di Frame Asset Management, le coperture suggerite da mettere nei portafogli hanno avuto comportamenti difformi. “Infatti, se da una parte le call su VIX e i CDS a copertura dell’allargamento degli spread hanno svolto perfettamente il loro dovere , l’oro fisico, che nella prima parte aveva aiutato tantissimo, negli ultimi giorni è capitolato probabilmente come conseguenza delle margin call, ovvero le chiusure automatiche delle posizioni richieste agli operatori sugli altri investimenti diversi dall’oro per le perdite registrate“.

Il saliscendi destinato a continuare

In certe situazioni, commenta l’analista, bisogna vendere tutto quello che è vendibile e, come ricordato più volte in passato, le obbligazioni corporate, sia Investment Grade che High Yield in particolare, durante questi momenti di stress assoluto diventano completamente illiquide. La situazione, sottolinea l’esperto, è molto grave e ancora non si riescono a stimare le ricadute che questo shock della domanda e della offerta avranno sulla economia reale.

La cosa positiva è che finalmente i governi sembra che si siano resi conto che le banche centrali da sole possono fare ben poco (magari in BCE scegliere meglio le parole) e stanno studiando interventi straordinari di spesa pubblica sul modello del piano Marshall per evitare che quando questa emergenza sanitaria sarà finita non si cada in una depressione economica come negli anni trenta. De Michelis non si sofferma sulle parole incriminate della Lagarde, ma fa presente come dalla City di Londra gli è stato fatto notare che oltre all’ormai ampiamente dibattuto “non siamo qui per chiudere gli spread ” ha dato molto fastidio anche il riferimento “temporaneamente” mentre Draghi ha sempre chiosato “fino a quando ce ne sarà bisogno”.  “Anche la a mossa della Fed di tagliare i tassi di cento punti base e iniettare nel sistema 700 miliardi li liquidità, credo si commenti da sola esprimendo meglio di qualunque comunicato la gravità della situazione”, asserisce De Michelis che vede i saliscendi non ancora finiti, anche se l’auspicio è che diminuisca un poco la volatilità per consentire quanto meno di operare con dei prezzi decenti.

Allo stesso tempo cominciare ad andare in accumulo su asset allocation ben diversificate (non su singolo mercato) può essere una buona idea , in quanto prendere il punto più basso di entrata è praticamente impossibile.  L’esperto conclude citando un vecchio adagio di Sir John Templeton “compra durante i momenti di pessimismo” che ha pieno valore in questo frangente.