Crisi Stellantis: -9% per consegne globali primo trimestre. Senza “dazi più leggeri” resta tra le più penalizzate

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Il 2025 non parte bene per Stellantis. Anzi, alla zavorra dazi si sommano anche i dati negativi sul fonte delle consegne globali. Il gruppo dell’auto europeo guidato da John Elkann stima, infatti, consegne consolidate per il primo trimestre chiuso il 31 marzo 2025 per 1,2 milioni di unità, con un calo del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, “principalmente per la minor produzione in Nord America – spiega in una nota la società – in conseguenza dei prolungati periodi di vacanze a gennaio, e in Europa Allargata per l’impatto della transizione verso i nuovi modelli e per minori volumi di veicoli commerciali leggeri (LCV)”.
Dal Nord America all’Europa: ecco come sono andate le consegne
Cali a doppia cifra in Nord America, considerato un mercato strategico per Stellantis. Nel dettaglio, le consegne del primo trimestre sono diminuite del 20% di circa 82 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2024, segnalando che i nuovi ordini al dettaglio di marzo hanno raggiunto il livello più alto da luglio 2023; resta da chiarire quanto possa aver impattato il pre-buy in vista dell’introduzione dei dazi. Ribassi anche per l’Europa Allargata con le consegne che sono scese di circa 47 mila unità, pari a un calo dell’8% su base annua. Il “Terzo Motore” di Stellantis ha riportato nel complesso una crescita nelle consegne di 13 mila unità, pari a un aumento del 4%, trainato principalmente da un progresso del 19% in Sud America, che ha più che compensato i cali in Medio Oriente e Africa, Cina e India e Asia Pacifico. Soffre ancora Maserati che ha messo a segno un calo del 48% nelle consegne globali.
“I progressi sul lato commerciale nel primo trimestre del 2025, spinti dal lancio di nuovi e rinnovati modelli, tra cui Citroën C3 Aircross, Opel Frontera, Fiat Grande Panda, i Truck pesanti Ram 2500 e 3500, hanno consentito uno slancio positivo nell’acquisizione di ordini retail oltre a mantenere la normalizzazione dei livelli di scorte presso la rete”, conclude la nota.
Equita: in assenza di ammorbidimento dei dazi Stellantis resta tra i carmaker più penalizzati
“Il dato è inferiore alla nostra stima 2025 che si aspetta un recupero in corso d’anno grazie al lancio dei nuovi modelli, ma alla luce dell’attuale contesto macro/geopolitico il dato del primo è comunque poco indicativo”, commentano gli analisti di Equita che confermano la raccomandazione hold. Dalla sim milanese aggiungono: “in assenza di un ammorbidimento dei dazi US riteniamo che Stellantis resti tra i carmaker più penalizzati”.
A fine aprile Stellantis annuncerà al mercato i dati relativi alle consegne e ai ricavi del primo trimestre dell’anno. Secondo le stime di Banca Akros, che mantiene la raccomandazione neutral e il target price di 9 euro su Stellantis, i ricavi del primo trimestre del 2025 dovrebbero attestarsi a 34,5 miliardi di euro, in calo del 14% a/a (circa un 6% al di sotto del consenso). Con una flessione attese di circa il 21% per il Nord America e del 15% per l’Europa.
La reazione del titolo
Un annuncio che manda Stellantis sul fondo del Ftse Mib, con un calo di quasi il 4% in un contesto dominato dai dazi Usa che mette sotto pressione le prospettive per le big dell’automotive. Da inizio anno il titolo è il peggiore del listino milanese con un ribasso di quasi il 40%.
Uno scenario in cui l’escalation commerciale resta un tema caldo, anzi caldissimo per tutti i settori compreso quello automotive. In un recente report dedicato al comparto auto, JPMorgan ha ricordato che il presidente Trump ha annunciato la scorsa settimana l’introduzione di “dazi reciproci” per tutti i paesi partner commerciali, confermando anche dazi globali del 25% su auto e camion leggeri. E dall’introduzione dei dazi automobilistici globali, gli OEM globali (ad eccezione di OEM cinesi e Tesla) hanno perso circa il 20% della capitalizzazione di mercato.