Crisi nera di Enel a Piazza Affari ed ENI mette freccia sorpasso come peso massimo del Ftse Mib. In agguato anche altri due titoli
Ennesima giornata difficile in Borsa per Enel. La maggiore utility italiana è precipitata oggi ai minimi a 5 anni e mezzo toccando un minimo intraday a 4,15 euro, con un calo giornaliero vicino al 4% per poi andare a chiudere a 4,17 euro (-3,51%). Da inizio anno ENEL segna un tonfo di quasi il 41 per cento circa. Oggi a soffrire sono tutte le utility con oltre -3% anche per Terna ed Hera.
2022 da incubo che sta mettendo al repentaglio lo status di peso massimo di Piazza Affari per il gruppo guidato da Francesco Starace. Ai livelli attuali infatti Enel capitalizza 42,5 miliardi di euro, vedendo avvicinarsi pericolosamente ENI, seconda per market cap con 41,9 mld. ENI a differenza di Enel sta vivendo un 2022 in buona tenuta, con quotazioni in calo solo del 4% grazie al sostegno del prezzo del petrolio.
Non lontane le altre big di Piazza Affari: Stellantis al momento capitalizza 39,3 mld di euro, mentre fuori dal podio con 35,4 mld di mette in luce Ferrari che con il -15% Ytd ha performato meglio rispetto al mercato recuperando posizioni nel gotha di Piazza Affari.
Tra le big del Ftse Mib solo 17 titoli superano il muro dei 10 miliardi di euro.
Guardando fuori dall’Italia emerge come un confronto deficitario a livello di valorizzazione delle maggiori realtà del nostro listino: addirittura nel Cac 40 parigino sono ben 14 le società che vantano una market cap superiore a quella di Enel. Il peso massimo del listino parigino, il colosso del lusso LVMH, capitalizza oltre 300 miliardi, ossia quasi 4 volte Enel ed Eni messe insieme.
Le difficoltà di Enel e le altre utility
Gli aumenti da capogiro dei prezzi energetici rischiano di mettere a repentaglio la solvibilità degli utenti e questo è un elemento che contribuisce a mettere sotto pressione le quotazioni delle utilities di Piazza Affari più esposte ai temi bollette/pagamenti/interventi governativi. Sul settore pesa inoltre l`incertezza di ulteriori interventi governativi per finanziare le misure di bilancio previste (soprattutto in caso di mancata approvazione del cap sul prezzo del Gas a livello EU).
In aggiunta il rialzo dei tassi reali sul mercato gravano sui settori a più alto livello di indebitamento come le utility.
Le utility guardano adesso agli sviluppi sul fronte tetto al prezzo del gas in Europa. L’UE insiste nella ricerca di un accordo e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato che la UE lavorerà con gli Stati membri per ridurre le quotazioni del gas. In una lettera la Commissione UE rimarca che il price cap dovrà essere concepito garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento e costituisce una soluzione temporanea fino a quando sarà sviluppato un nuovo indice in sostituzione del TTF, che non è più rappresentativo del nostro mercato. La lettera include anche la possibilità di introdurre un cap sul prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica e l`obbligo di acquistare gas in comune fra i paesi UE.
“L’introduzione di un tetto al prezzo del gas e misure di solidarietà a livello UE sono molto importanti per evitare rischi sui receivables per le società del settore. I possibili passi avanti sul price cap sono a nostro avviso elementi positivi per i retailer energetici (Enel, A2A, Iren, Hera e Acea)”, spiegano gli esperti di Equita SIM.