Crisi governo, Renzi continua a picconare Conte. Recovery Plan, commento dall’HEC di Parigi: ‘nodo gordiano è su come spendere fondi’
“Il nodo gordiano è su come spendere i fondi europei, e se destinarli a progetti nuovi o pre-esistenti“. Commenta così la crisi di governo Alberto Alemanno, Professore di Diritto europeo alla Grande Ecole des Hautes Etudes Commerciales (HEC) di Parigi, interpellato dalla Cnbc.
Alemanno fa notare che, se è vero che puntare su progetti nuovi avrebbe l’effetto di far salire ulteriormente il debito pubblico italiano, già ai livelli record, canalizzare le risorse verso progetti pre-esistenti “ridurrebbe l’impatto positivo del sostegno finanziario dell’Ue”.
L’ennesima crisi di governo tutta italiana torna sotto i riflettori di tutto il mondo: il leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi precisa nella sua e-news che il suo partito non chiede poltrone, tanto che le due ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti sono “pronte a dimettersi”. Su Giuseppe Conte: “Il premier ha detto che verrà in Parlamento in modo trasparente. Lo aspettiamo in Senato. E se i responsabili di Lady Mastella sosterranno questo governo al posto nostro, noi non grideremo allo scandalo ma rispetteremo la democrazia parlamentare”.
Dai 5Stelle si fa sentire, con un’intervista ad ad Agorà Rai Tre il deputato Riccardo Ricciardi, che sottolinea che “il M5S non appoggerà nessun governo che non sia il governo Conte”. E che aggiunge: “Il gruppo parlamentare del M5S è assolutamente compatto nell’appoggiare Conte al di là di quello che dicono gli altri”.
Ma le minacce di Renzi di staccare la spina al governo Conte si fanno sempre più concrete: nello stesso giorno (ieri) in cui ha affermato che “ora il premier è Conte” e che “a Palazzo Chigi c’è un presidente del Consiglio alla volta” -, rilasciando anche un commento sull’ex presidente della Bce Mario Draghi – il leader di Italia Viva ha detto ieri sera che la questione non è sul rimpasto, ma sulla necessità di “stare sui contenuti”.
Di conseguenza, che “il presidente del Consiglio sia Conte o sia un altro lo vedremo”, ha sottolineato, riferendosi al problema più urgente, quello di trovare una intesa sul Recovery Plan.
Non sono mancate sferzate ironiche rivolte al presidente del Consiglio. Sempre a “Quarta Repubblica”, Renzi si è così espresso: “Ho sentito anche io che (Conte) ha detto ‘ci vediamo in parlamento’. Lo aspettiamo! Che dobbiamo dire? Non penserà mica che con uno come me dire ‘andiamo in Parlamento’ suoni come una minaccia. Se lui attraverso la senatrice Mastella ed altri ha i numeri per governare senza di noi Evviva!”.
Ancora Renzi nella e-news: “Ma vi rendete conto che nel Recovery Plan per i giovani e l’occupazione, nei prossimi sei anni, ci sono meno risorse di quelle che sono previste per il solo 2021 per il cash-back? Davvero il futuro dei nostri giovani vale meno del futuro di una carta di credito?” E ancora, “perché in Italia andiamo a rilento? Se servono più risorse, c’è il Mes. E se avessimo preso il Mes sei mesi fa oggi avremmo più vaccinati”.
E così l’Italia torna protagonista della stampa mondiale: Italy’s government could soon collapse over a dispute about EU funds, recita l’articolo della Cnbc scritto da Silvia Amaro, che raccoglie i pareri di professori ed economisti, come fatto nel caso di Alberto Alemanno.
Commenta la crisi del governo Conte anche Wolf Piccoli, co-presidente della società di consulenza Teneo, in una delle tante note dedicate all’Italia, facendo riferimento a quegli attriti, che vanno avanti da settimane, tra Conte e Renzi, e che hanno per oggetto il Recovery Plan, ovvero “come utilizzare quei 209 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni e prestiti a bassi tassi di interesse che l’Italia riceverà dal Recovery Fund dell’Unione europea”.
“Italia Viva – scrive Piccoli – il partito (moribondo) di Renzi, ha accusato (Conte) di aver estromesso il Parlamento dalle trattative (sul Recovery Plan), con la sua proposta di creare una task force speciale che decida come spendere i fondi europei”. Piccoli ricorda che Renzi ha chiesto ripetutamente al governo di utilizzare i finanziamenti (per un valore fino a 36 miliardi) del Mes e di aver invitato Conte a rinunciare al comando dei Servizi Segreti, che il primo ministro ha detenuto per mesi.
A questo punto, si attendono le mosse del premier, che ha deciso di confrontarsi direttamente con Renzi al Parlamento, e che nelle prossime ore presenterà al suo esecutivo il Recovery Plan.
Secondo Piccoli, l’apertura ufficiale della crisi di governo potrebbe avvenire con il rifiuto delle due ministre di Italia Viva Bellanova e Bonetti di sostenere il piano. In via alternativa, Renzi potrebbe chiedere alle due ministre di rassegnare le dimissioni prima del Consiglio dei Ministri.
In ogni caso, se Italia Viva decidesse di ritirare il suo sostegno al governo, secondo il dirigente di Teneo si potrebbe arrivare a una mozione di sfiducia contro il governo Conte. (proposta tra l’altro già avanzata da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
“Nello scenario più probabile, la crisi porterà alla formazione di un nuovo governo sostenuto dalle stesse forze di coalizione, guidato da Conte (scenario di base) o da un nuovo premier designato. E’ molto improbabile che si materializzino invece gli altri scenari, che includono le elezioni anticipate o la creazione di un governo di unità nazionale guidato da un tecnocrate rispettato (Mario Draghi è il candidato che viene più spesso menzionato”, ha detto Wolfango Piccoli.
Il nuovo governo si confermerà comunque “un’alleanza fragile totalmente inadeguata a guidare il paese fuori dal pantano economico e sanitario provocato dalla pandemia” Covid-19.