La crisi dei mutui sale al gradino superiore
Sono sempre di più le prove a sostegno della tesi di quanti vedono la crisi del credito ancora lontana dall’esaurimento. Nella sola giornata di ieri Wall Street ha dovuto fare i conti con una serie di avvenimenti che hanno compromesso le speranze di una pronta guarigione del settore finanziario.
Il contraccolpo più forte si è avuto dopo la decisione di Moody’s di declassare 163 obbligazioni originate da 15 cartolarizzazioni legate ai mutui emesse da Bear Stearns e di mettere sotto osservazione altre 155 obbligazioni della banca. Sul mercato si sono scatenati timori di una gravissima crisi di liquidità per la banca, con le azioni Bear Stearns che hanno chiuso in calo dell’11,44% con punte di ribasso fino al 13%, e con a ruota i titoli delle altre banche di Wall Street: Citigroup -5,75%, Lehman Brothers -6,95%, Jp Morgan -2,93%, Merrill Lynch -5,27%. Bear Stearns ha così dovuto provvedere a fornire una smentita ufficiale, definendo infondate le voci sulla crisi di liquidità.
I declassamenti decisi da Moody’s hanno riguardato cartolarizzazioni di mutui Alt-A ossia quelli erogati a clienti affidabili, ma non supportati dalla richiesta di una documentazione completa. Bear Stearns è uno dei maggiori emittenti di cartolarizzazioni legate ai mutui Alt-A e ha un’esposizione verso questi strumenti di circa 6 miliardi di dollari. Moody’s ha motivato il taglio con l’aumento dei mancati rimborsi delle rate. Un segnale colto dal mercato come la dimostrazione che la crisi ha esteso i suoi tentacoli al di fuori del segmento dei subprime.
Quella di ieri è stata però anche la giornata del primo rosso trimestrale del gruppo di private equity Blackstone, in passivo per 170 milioni di dollari rispetto a un utile di 1,18 miliardi 12 mesi prima.
Sempre ieri Morgan Stanley ha ridotto le attese di utile per le banche a maggiore capitalizzazione degli Stati Uniti per complessivi 8,8 miliardi di dollari. “Ci aspettiamo che il deterioramento del credito sarà severo nei prossimi 2-3 trimestri”, spiegano in un report di Morgan Stanley raccolto da Finanza.com. Nel 2008 quindi gli utili sono attesi cadere per alcune delle maggiori banche statunitensi. Tra i gruppi per cui Morgan Stanley ha ridotto le stime ci sono Citigroup, su cui le aspettative di utile sono state ridimensionate del 20%, Bank of America (-21%) e Jp Morgan (-7%). Contestualmente Morgan Stanley ha anche ridotto i prezzi obiettivo dei titoli interessati dal report. Per Bank of America si passa da 36 a 33 dollari, per Citigroup da 22 a 20 dollari e per Jp Morgan da 39 a 37 dollari. Sono state leggermente riviste le stime anche per Wachovia, KeyCorp, Pnc Financial, SunTrust Banks, per Northern Trust Corp, Bank of New York Mellon e per State Street Corp. Gli analisti prevedono ulteriori svalutazioni, solo con riferimento alle collateralized debt obligation (Cdo) per 5 miliardi nel primo trimestre sia per Citi, sia per BofA.