Investitori alla scoperta dei mercati di frontiera
In una fase particolarmente incerta per le Borse si risveglia l’interesse da parte degli investitori verso strumenti in grado di distaccarsi dall’andamento dei maggiori mercati azionari mondiali, per puntare magari una fiche sui cosiddetti mercati di frontiera. Un mercato di frontiera può essere definito come un Paese con un’economia in sviluppo ma con un mercato azionario sottosviluppato. Insomma, gli emergenti degli emergenti.
“L’obiettivo primario per molti investitori nel 2008 sarà quello di trovare asset che non siano strettamente legati alle fortune di Wall Street – spiega Michael Hartnett, Merrill Lynch chief global emerging markets equity strategist – e i ritorni dei mercati di frontiera sono nettamente meno correlati alle performance dell’S&P500 di quanto lo siano i mercati emergenti e quelli sviluppati”. Nel periodo febbraio 2000 – dicembre 2007 la correlazione dei ritorni mensili tra mercati di frontiera e S&P500 è stata del 32%, contro il 73% dei mercati emergenti e il 96% dei mercati sviluppati. I mercati di frontiera hanno sovraperformato sia i mercati a partire dal gennaio 2000, con un ritorno annualizzato del 20%, contro il 12% dei mercati emergenti e l’1% dei mercati sviluppati. Ma come sempre a maggiori rendimenti corrispondono anche maggiori rischi. I mercati di frontiera includono infatti società a bassa capitalizzazione, il sistema regolatorio è solo parziale, il livello di trasparenza è ridotto e scarsa è pure la partecipazione di capitali stranieri. Tuttavia l’investimento su mercati di frontiera offre agli investitori un’opportunità di diversificare il portafoglio e di beneficiare contestualmente di quelli che hanno tutte le potenzialità di essere mercati ad alta crescita nel lungo termine.
Tenere d’occhio l’andamento di questi mercati diventa più facile. Merrill Lynch Global Research ha infatti introdotto un nuovo indice azionario per identificare le maggiori e più liquide azioni sui mercati di frontiera: il Merrill Lynch Frontier Index. Si tratta di un indice composto da 50 azioni quotate sui mercati di frontiera di Europa, Medioriente, Africa e Asia, riflette 17 Paesi e include Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Nigeria, Marocco, Pakistan, Kazakhstan, Vietnam e Cipro. Per il 50% l’indice fa riferimento ad azioni quotate in Medioriente, per il 22,6% da azioni asiatiche, per il 14,1% da azioni europee e per il 13,3% da titoli africani. I tre Paesi maggiormente rappresentati nell’indice sono gli Emirati Arabi Uniti (23,1%), il Kuwait (18,1%) e il Pakistan (13,6%). A livello settoriale sono invece le banche a dominare l’indice (39,4%) seguite dai servizi finanziari (25,7%) e da titoli di società attive nel comparto del gas e del petrolio (13,6%).