Cresce la marea di liquidità sui conti correnti, ma nel 2020 la ricerca di rendimenti potrà portare a una svolta
Sale ancora la liquidità nei conti correnti degli italiani. I dati ABI dei giorni scorsi evidenziano che la liquidità parcheggiata senza essere investita né spesa, segnale di incertezza sul futuro, è balzata a 1.577,3 miliardi di euro a novembre. Soldi accantonati in conto corrente o conto deposito, a cui vanno aggiunti 240 miliardi destinati a obbligazioni i cui rendimenti risultano ridotti all’osso. Nel confronto con l’anno precedente, i depositi (ovvero la liquidità sotto forma di conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) segnano un aumento di oltre 116 miliardi di euro, pari a un +7,9% annuo.
Neanche la distensione delle tensioni sul fronte spread hanno spinto gli italiani a smuovere i risparmi dai conti correnti, mossa auspicata anche dalle grandi banche che vorrebbero far confluire questa marea di liquidità sul risparmio gestito, come indicato il mese scorso dal ceo di Intesa, Carlo Messina. “Stiamo lavorando intensamente per convertire in risparmio gestito i circa 240 miliardi di risparmi degli italiani presenti nei nostri conti otto forma di risparmio amministrato e depositi a vista. I primi risultati positivi sono già visibili nel terzo trimestre e le prospettive sono ancora più positive”, sono state le parole di Messina a margine della presentazione dei conti trimestrali.
Nel 2020 possibile svolta?
Nel 2020 quindi vedremo sempre più famiglie impiegare sui mercati la liquidità accumulata sui conti correnti? “E’ possibile che gli Europei, e gli Italiani in particolare, storicamente abbiano sempre voluto risparmiare più che investire – rimarca Luca Tobagi, Investment Director di Invesco Asset Management – Oppure questa apparente scissione del risparmio dall’investimento è stata una situazione temporanea, destinata a riassorbirsi nel corso del tempo. A mio parere è verosimile, forse anche di più, che gli Italiani fossero genuinamente interessati a compiere un investimento finanziario e che la percezione di incertezza, insieme alla fortissima riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato negli anni, li abbiano trattenuti dall’accedere allo sbocco sui mercati finanziari storicamente più consueto, a favore di un approdo ritenuto più sicuro: la liquidità, magari sotto forma di conto corrente bancario o conto deposito”. “I risparmiatori volevano investire, come d’abitudine, e la liquidità è stata la loro scelta. In quest’ottica, potrebbe essere solo una questione di tempo prima che le famiglie decidano di destinare risorse anche ad altre destinazioni di investimento, con un profilo di potenziale rendimento superiore alla liquidità, specialmente in area Euro”, argomenta l’esperto di Invesco.
L’investimento azionario non solletica i risparmiatori più conservativi
L’ultimo Osservatorio semestrale condotto da Anima Sgr, in collaborazione con Eumetra Mr, vede invece un calo della liquidità sul conto corrente (dal 31% al 25%). Dall’Osservatorio emerge che i prodotti finanziari, fra gli investitori, si confermano in cima alle preferenze. Nel complesso, gli investitori sono un po’ più soddisfatti di sei mesi fa, complice l’andamento molto positivo dei mercati nel 2019. In generale gli italiani hanno più fiducia nel futuro che nel presente, continuano perciò a fare progetti e vedono nel risparmio la soluzione per mettersi al sicuro e per far fronte ad emergenze. Tuttavia, rimandano il problema della pensione integrativa. I prodotti finanziari restano preferiti a immobili e liquidità, e le scelte di investimento cambiano in modo sensibile a seconda del profilo psicologico.
Ma come cercare rendimenti alternativi ai BTP? Le scelte di investimento cambiano in funzione della personalità (investitori Guardiani, Idealisti, Razionali, Attivi). Di fronte all’interrogativo su che cosa fare per cercare rendimento in alternativa ai Btp, il campione complessivo e i sottogruppi Guardiani, Idealisti, Razionali, preferiscono “lasciare tutto sul conto corrente”, mentre gli Attivi indicano come prima scelta quella di “investire una parte in azioni”.