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Crac SVB, banche italiane KO. Giorgetti commenta

13 Marzo 2023 13:18

Banche italiane ed europee pagano crac SVB e Signature Bank

Caso SVB: i titoli delle banche italiane ed europee crollano nonostante l’annuncio della Fed, del Tesoro Usa e dell’FDIC relativo alla decisione di blindare tutti i depositi della banca Silicon Valley Bank (SVB) e Signature Bank, le due banche americane che hanno chiuso i battenti nell’arco di pochi giorni.

SVB
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Sulla questione delle banche è intervenuto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, commentando il panico che sta attaccando i mercati azionari di tutto il mondo.

Così si legge in una nota del Mef:

“Il ministro dell’economia segue con attenzione gli sviluppi delle vicende legate alla Silicon Valley Bank e alle decisioni prese dalle autorità monetarie americane. Il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità”.

La nota, che riassume il commento del ministro Giorgetti, continua:

Apprezziamo la tempestività con cui le autorità americane sono intervenute e confidiamo che, se necessario, anche le autorità europee intervengano con la medesima tempestività valutando anche le implicazioni per la condotta della politica monetaria e per la stabilità finanziaria”.

Ma è una giornata in cui le borse vanno decisamente in tilt.

Netto peggioramento anche a Wall Street, dove inizialmente il grande annuncio delle autorità federali Usa aveva innescato forti rialzi sui titoli, dopo i forti sell off scattati sulla borsa Usa alla fine della scorsa settimana, a seguito dello shock arrivato dalla banca delle start up SVB, Silicon Valley Bank.

Non è di conforto neanche la notizia dell’accordo, concluso con la mediazione della banca centrale del Regno Unito Bank of England e del governo UK di Rishi Sunak, che ha permesso al colosso britannico HSBC di rilevare SVB UK, al prezzo di 1 sterlina.

Lo stesso titolo HSBCè scivolato alla borsa di Londra.

Banche italiane KO, ma non solo: Euro Stoxx Bank giù fino a -6%

Il tonfo delle banche italiane ed europee è riassunto nel trend del sottoindice di riferimento Euro Stoxx Bank, che segna un tonfo del 6%, zavorrato da BAWAG (che collassa fino a -9%), Commerzbank, che segna un tonfo fin oltre -8%, e Credit Suisse.

Il colosso bancario svizzero, già alle prese con problemi propri, crolla fin oltre  -10%, con i credit default swap che suonano l’allarme, testando il record di sempre.

Da segnalare che i credit default swap – cds- sono contratti sottoscritti per assicurarsi dal rischio di default dei bond emessi dalla banca di riferimento.

Ftse Mib: tonfo fino a -4,7%. Sell off scatenati anche su UniCredit e Intesa

Sul Ftse Mib di Piazza Affari capitolano i titoli delle principali banche italiane Bper, Banco Bpm, UniCredit, Intesa SanPaolo, FinecoBank.

Al di fuori del listino principale, si mette in evidenza il tonfo del titolo Mps-Monte Paschi di Siena, bombardato di smobilizzi, che lo portano a crollare fin oltre l’8%, così come le banche su menzionate.

Guardando a tutte le banche europee, il Guardian sottolinea che, con i ribassi di oggi fino a -6% circa successivi alla flessione di venerdì scorso, pari a -3,78%, il sottoindice di riferimento Euro Stoxx Banks riporta la perdita in due giorni peggiore da quando la Russia di Vladimir Putin ha attaccato e invaso l’Ucraina nel febbraio del 2022.

Il direttore degli investimenti di AJ Bell Russ Mould commenta la situazione, facendo notare che, “nonostante i migliori sforzi lanciati dai governi e dalle autorità di regolamentazione, il mercato si conferma ancora molto nervoso nella sessione di oggi, con gli investitori che si concentrano sulle conseguenze del collasso di SVB”.

C’è molta preoccupazione – rileva Mould – per la guerra in Ucraina, per l’inflazione, per l’aumento dei tassi di interesse e ora anche per la prospettiva di una crisi bancaria. Non sorprende se gli investitori si sentano un po’ spaventati”.

Certamente, “per le società tecnologiche e per le start up il contesto di accesso ai finanziamenti appare molto meno solido, e l’attenzione potrebbe spostarsi ai gestori di asset e ai fondi di private equity che hanno investito in queste aziende”.

Non stupisce che un indice particolarmente esposto ai titoli bancari, come il Ftse Mib di Piazza Affari, sia scivolato stamattina fino a -4,7%.

Reazione immotivata o panico fondato? Per ora una cosa certa è sicuramente la paura degli investitori, che temono l’effetto Lehman Brothers a dispetto delle varie rassicurazioni che continuano ad arrivare riguardo alle condizioni di salute delle banche europee.

Diversi analisrti hanno fatto notare tuttavia che il crac di Silicon Valley Bank non può essere paragonato a quello di Lehman Brothers, ex quarta banca made in Usa che fallì il 15 settembre del 20008, diventata simbolo della crisi finanziaria globale del 2008 e della Grande recessione negli Stati Uniti e nel mondo.

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E’ vero che l’incubo banche è stato ulteriormente rimarcato con l’annuncio a sorpresa sulla banca crypto più grande dopo Silvergate (quest’ultima ha annunciato la propria liquidazione appena qualche giorno prima dello shock SVB), ovvero di Signature Bank, il cui titolo non per niente era collassato lo scorso venerdì.

Nel citare la presenza di “un rischio sistemico simile per Signature Bank, New York” le tre autorità federali degli Stati Uniti Fed, Tesoro Usa, FDIC hanno annunciato ieri di aver chiuso Signature Bank, precisando che tutti coloro che hanno conti presso l’istituto riceveranno i loro soldi indietro.

“Tutti i depositi di questa istituzione saranno restituiti per intero. Così come nel caso di Silicon Valley Bank, non ci saranno perdite per i contribuenti”, si legge nel comunicato congiunto, che ha escluso dunque, anche in questo caso, l’opzione di un bailout.

Inizialmente la notizia della decisione delle autorità Usa di blindare i soldi dei depositanti presso le banche SVB e Signature ha risollevato l’umore degli investitori . I mercati si sono tuttavia poi concentrati sul fatto che, con la chiusura di Signature Bank, SVB non si conferma del tutto un caso isolato. E il problema è proprio questo: il timore di un effetto contagio che finisca per infettare anche altre banche regionali Usa.

Banche europee rischiano effetto SVB? Il commento

A dire la sua sulle condizioni in cui versano le banche europee è intanto Emiliano Carchen, Partner Oliver Wyman per i Financial Service, nella nota: “Il fallimento della Silicon Valley Bank non è un pericolo per le banche europee, ma ci mette in guardia dai cambiamenti macroeconomici”.

Wyman non parla in modo specifico delle banche italiane, concentrandosi sul sistema bancario dell’Europa nel complesso. La view è rassicurante:

“SVB non rappresenta un campanello d’allarme per il sistema bancario europeo. La banca californiana aveva delle caratteristiche uniche, come la taglia dei depositi (che li rendeva pressochè esclusi dalle garanzie e più esposti al bank-run), la concentrazione- tipologia dei depositanti (non solo clienti corporate, ma quasi solo tech player della valley) e requisiti prudenziali meno stringenti rispetto a quelli europei”.

E’ stato questo fattore, ha spiegato Oliver Wyman, che ha “reso la profittabilità di SVB ‘liability-driven’, al contrario delle banche universali e diversificate che sono strutturalmente ‘asset-driven’ e beneficiano dell’espansione della forbice di tassi (beta attivi > beta passività). SVB, invece, è cresciuta e ha prosperato durante il periodo di tassi negativi”.

Detto questo, ha aggiunto Carchen, “il fallimento di SVB ci può aiutare a comprendere l’entità del cambiamento che lo scenario macroeconomico sta inducendo sul sistema bancario e sottolinea l’importanza che le dinamiche finanziarie ed i modelli di poste a vista, IRRBB, ALM, funding strategy etc. avranno nei prossimi anni per preservare l’eccellente profittabilità del 2022”.

“Affrontare questo cambiamento richiederà di migliorare l’integrazione tra pianificazione industriale e finanziaria e di avere un dialogo più fluido tra le funzioni di business, rischio e finanza rispetto allo scenario e alla possibili strategie di risposta (ad esempio adottando scenari ‘di stress’ comunemente ritenuti credibili da queste funzioni)”.

E questo, conclude l’esperto, “sarà particolarmente importante per le banche la cui profittabilità è più esposta agli eventi discontinui che interesseranno il sistema nei prossimi mesi, ad esempio quelle il cui margine di interesse è più dipendente dai titoli/TLTRO o quelle con una maggiore incidenza della raccolta wholesale. Inoltre, ci sono player finanziari il cui modello di business si è formato ed è cresciuto durante il regime di iper-liquidità degli ultimi anni e che dovranno affrontare – per la prima volta – questa nuova fase economica”.