Notizie Notizie Italia Il virus tiene sotto scacco i mercati: ecco cosa suggerisce l’analisi del VIX

Il virus tiene sotto scacco i mercati: ecco cosa suggerisce l’analisi del VIX

7 Marzo 2020 16:28

E’ ancora presto per quantificare l’impatto economico del coronavirus sull’economia, di certo la violenta discesa dei mercati nelle ultime due settimane fa capire come l’espansione del virus anche fuori dai confini cinesi rende lo scenario prospettico decisamente incerto sia nel breve che nel medio periodo.

Mente i numeri dei contagi iniziano a diventare consistenti anche in paesi quali Francia, Germania e Stati Uniti, i riflettori rimangono puntati sull’attuale evoluzione della malattia in Italia, primo Paese occidentale a vivere l’impatto economico e sociale del coronavirus. Secondo alcuni studi epidemiologici già in circolazione, il picco in Italia potrebbe aversi già nelle prossime settimane, per poi cominciare a registrare un calo dei contagiati sempre più importante.  Maurizio Mazziero, Analista finanziario, docente SIAT e responsabile dell’osservatorio sui dati economici italiani pubblicati trimestralmente sul sito Mazziero Reaserch, ha calcolato che la prima settimana di diffusione del virus, quella di fine febbraio, ha pesato sul Pil italiano per circa 4 miliardi e la prima di marzo sui 3 miliardi. Considerando il modello epidemiologico che stima il picco di contagi tra la metà e la seconda parte di questo mese, possiamo estendere questo impatto almeno per altre 3 settimane piene e poi ridurlo a 2 miliardi per altre due settimane. Il totale fa circa 16 miliardi di impatto sul Pil italiano del primo trimestre 2019. Una riduzione dunque di circa il 3,5% t/t sul prodotto interno lordo nel primo quarter. Questo  implica recessione tecnica.

Allargando lo sguardo fuori dall’Italia, il vero problema sarà come Germania, il motore dell’Europa, e USA, il motore dell’Occidente, reagiranno alla diffusione del coronavirus.

La cautela è ancora d’obbligo sui mercati

Il mercato (per ora) sta scontando solo un forte rallentamento dell’America, insomma, considera già il fatto che il virus impatterà l’economia a stelle e strisce. Pensiamo ad esempio al doppio taglio dei tassi precauzionale fatto da Fed e BoC (Banca Centrale canadese) questa settimana. Una mossa che nello stesso mese le due banche centrali hanno fatto dal 1995 solo in 5 occasioni: aprile, ottobre e dicembre 2001 e poi novembre 2008 e gennaio 2009. Insomma, ai tempi delle ultime due più grandi recessioni economiche della storia degli ultimi decenni. Ovviamente i tempi sono cambiati, le banche centrali ora intervengono in maniera sempre più massiccia, tanto da aver ormai drogato i mercati. Il segnale di cautela però c’è, e non può essere sottovalutato.

Cosa possiamo aspettarci dunque nel breve e nel medio periodo? Per ora l’orientamento sembra essere ancora ribassista. Un’analisi semplice del sentiment del mercato effettuata sul VIX (che misura della volatilità implicita dell’indice S&P 500) sembra suggerirci che il ribasso non sia ancora terminato e che, anche ipotizzando un rimbalzo sostanzioso, nel 90% dei casi della durata di 1 o 2 mesi, i mercati in situazione di stress così importante reagiscono sviluppando un doppio minimo e solo raramente inversioni a V.

L’ufficio Studi di FinanzaOnline ha sviluppato un sistema di analisi del sentiment di mercato che individua una fase di forte paura sui mercati azionari ogni qualvolta il VIX sale sopra 30 punti ed RSI applicato al VIX va in forte ipercomprato, dinamica registrata anche la scorsa settimana. Quando tale scenario si verifica solitamente l’indice S&P 500 genera un doppio minimo.

Il secondo minimo spesso è più basso, talvolta è sullo stesso livello o meno profondo del primo. Applicando questo sistema all’S&P 500 dal 2000 emerge che solo una volta si ha avuto un’inversione a V (ovvero un solo minimo e poi ripartenza in forza dei mercati) ed è avvenuto a dicembre del 2018. Nel grafico sotto lo si vede bene. In rosso avete l’evento sul VIX, con primo minimo sull’S&P 500, e in giallo il secondo minimo successivo all’evento stesso. La statistica dunque sembra suggerirci la cautela.