Cottarelli: crescita Pil al 2% o rischi per sostenibilità debito Italia. E l’Ue snocciola le sue stime monstre
L’Italia dovrebbe crescere del 2% circa per sventare il rischio di un debito pubblico insostenibile. Lo ha detto Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, intervenendo al Forum Sistema Salute, in corso di svolgimento a Firenze:
“Se portiamo l’economia italiana a una crescita del 2%, che non è facile, il debito sarà sostenibile, altrimenti nel medio periodo i rischi ci sono. Non stiamo prendendo a prestito molto dai mercati ma prendiamo dalle istituzioni europee, dalla Bce e dalla Commissione europea e questo comporta rischi politici”, ha aggiunto, sottolineando la necessità di lavorare per stimolare la ripresa:
“Superata la pandemia la crescita potrà essere anche del 6%, ma guardando al di là del 2021 dobbiamo fare le riforme per essere in grado, nei prossimi anni, di fare una crescita del 2%”.
Dal canto suo, il commissario Ue agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni ha rassicurato sulla sostenibilità del debito italiano:
“Credo che non ci sia oggi alcuna preoccupazione sulla sostenibilità” del debito dell’Italia, “c’è la necessità, nel medio periodo, di mettere il debito in un percorso sostenibilità e credo che questa preoccupazione sia pienamente condivisa dal governo italiano”, ha detto, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa relativa alle ultime previsioni economiche della Commissione.
L’attenti al debito pubblico italiano da parte di Cottarelli, ex Commissario alla Spending Review e anche ex FMI, è arrivato nelle stesse ore in cui la Commissione europea ha snocciolato il proprio outlook sui paesi Ue. Per l’Italia, Bruxelles prevede un boom del rapporto debito-Pil, nel 2020, a causa delle conseguenze economiche della pandemia da coronavirus COVID-19. La previsione è di un debito che schizza al 159,6% del Pil, quest’anno, rispetto al 134,7% del 2019. Il ratio debito-Pil non è atteso neanche rallentare in modo significativo negli anni a seguire: l’Ue stima infatti un lieve ribasso al 159,5% nel 2021 e al 159% nel 2022.
Il rapporto deficit-Pil dell’Italia è atteso al 10,8%, nel 2020, per poi rallentare al 7,8% e al 6% nel 2021 e nel 2022, valori percentuali ancora importanti.
Pessime sono, d’altronde, le stime sul Pil dell’Italia, atteso cadere del 9,9% quest’anno, comunque in miglioramento rispetto all’outlook del tonfo dell’11,2% contenuto nelle previsioni di luglio. Le stime relative al 2021 sono state tuttavia tagliate a +4,1%, mentre per il 2022 la Commissione prevede una espansione pari a +2,8%. In ogni caso, il ritorno ai livelli pre-pandemia non avverrà entro il 2022.
L’Ue stima anche un vero e proprio crollo dell’occupazione, con un tonfo -10,3% quest’anno a causa degli effetti nefasti della pandemia, seguito da recuperi parziali nei prossimi due anni, pari a +6,1% nel 2021 e a +2,4% nel 2022.
Il tasso di disoccupazione è atteso scendere invece dal 10% del 2019 al 9,9% nel 2020 (ma il dato non tiene conto degli inattivi), per poi rimbalzare all’11,6% nel 2021, e riscendere all’11,1% nel 2022 (rispetto alla media della disoccupazione dell’area euro, che nel 2022 sarà pari all’8,9%).
Dpcm, Cottarelli: ‘provvedimenti necessari ma nel momento sbagliato’
Cottarelli si è espresso anche sul nuovo Dpcm, che ieri sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha presentato in conferenza stampa:
“Purtroppo questi provvedimenti a questo punto erano necessari ma arrivano dal punto di vista economico nel momento sbagliato perché l’economia italiana, dopo il lockdown, stava ripartendo”.
E’ un fatto positivo però, secondo l’economista, la differenziazione su base territoriale.
“Io – ha spiegato – credo che sia stato giusto fare le chiusure parziali mentre il lockdown totale forse è stato esagerato. A marzo-aprile si è fatto tutto uguale per tutti, ma è stato come fare i tagli lineari, che si fanno per non entrare nelle discussioni e spiegare perché per te sì e te no. Il criterio di usare dei parametri mi pare sia inevitabile”.
Quella delle amministrazioni regionali, come la Lombardia, che recriminano contro la decisione del governo, per Cottarelli, “è una reazione naturale, ma non è buona e si dovrebbe evitare”.
L’attenti al debito pubblico italiano da parte di Cottarelli, ex Commissario alla Spending Review e anche ex FMI, è arrivato nelle stesse ore in cui la Commissione europea ha snocciolato le previsioni sull’economia