Notizie USA Cosa non convince delle parole di Powell e cosa invece ci stanno dicendo i movimenti di bond e azioni

Cosa non convince delle parole di Powell e cosa invece ci stanno dicendo i movimenti di bond e azioni

30 Giugno 2022 09:57

E’ lotta all’inflazione senza quartiere. Il mantra dei maggiori banchieri centrali in queste settimane, con l’eccezione di Kuroda (Bank of Japan), è uno e uno solo con la necessità di alzare a ritmo sostenuto i tassi di interesse nei prossimi mesi in modo da placare le pressioni inflattive.

Il forum di Bce tenutosi a Sintra non ha fatto eccezione e ieri Powell ha rincarato la dose. Parole nette che mettono la lotta all’inflazione in primissimo piano, mentre il rischio recessione rimane defilato e non una priorità al momento. Il numero uno della Fed ha riaffermato la necessità di combattere l’inflazione sottolineando il rischio che questa politica possa comportare “un po’ di sofferenza”, ossia una crescita economica messa a rischio da una Fed ultra-hawkish che potrebbe portare velocemente i tassi in area 3,5% da qui a un anno.

“Certamente esiste il rischio di andare troppo in là nella nostra lotta contro l’inflazione”, ha specificato il presidente della Fed. Powell ha tenuto a precisare che il compito della Fed è quello di garantire la stabilità dei prezzi, e che un rischio più grande sarebbe rappresentato dal persistere delle pressioni inflazionistiche.

Economia rallenta e mercati reagiscono di conseguenza

Powell ha così ribadito la necessità di inasprire la stance per riportare l’inflazione al target, e lasciato intendere che non si farà fermare dai timori di recessione. Powell ha poi osservato che i mercati hanno colto bene il messaggio, implicitamente validando il percorso di rialzo attualmente prezzato (picco dei Fed Funds al 3,5% nella prima metà del 2023).

La Lagarde aveva già parlato martedì e quindi ieri si è limitata a cogliere l’occasione per validare a sua volta quanto prezza il mercato dei tassi europeo.

In generale quindi toni hawkish, e una fiducia nelle capacità delle economie, in particolare da parte di Powell per quella USA) di sopportare la ‘cura’ fatta di ripetute iniezioni di rialzi dei tassi. “Personalmente, lo scenario macro illustrato da Powell mi convince poco – asserisce Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr – . Usare l’occupazione come indice della salute di un economia è rischioso, perchè è una variabile lagging, come lo è, ancora di più, l’inflazione. Gli indicatori dalle maggiori capacità previsive indicano chiaramente un rallentamento marcato”.

Certo, prosegue Sersale, le dichiarazioni dei policymakers spesso sono strumentali agli effetti che vogliono ottenere, e per questo non riflettono necessariamente alla perfezione il loro pensiero. Ma i mercati sembrano dare retta il giusto a quello che si sentono dire con l’azionario è rimasto sotto pressione i rendimenti obbligazionari in calo. “Non proprio un movimento coerente con uno scenario di resilienza del ciclo”, chiosa Sersale.

Sulla stessa lunghezza d’onda gli esperti di MPS Capital Services: “La nostra impressione è che il mercato non creda alla resilienza della crescita economica di fronte all’accelerazione hawkish delle banche centrali. D’altro canto i dati macro dipingono uno scenario sempre più a tinte fosche. In questo senso, ieri è giunta una nuova delusione sul fronte macro con la terza lettura del PIL USA che ha evidenziato un decisa revisione al ribasso dei consumi”.