Notizie Notizie Mondo COP28: temi caldi e importanza economica della conferenza sul clima di Dubai

COP28: temi caldi e importanza economica della conferenza sul clima di Dubai

28 Novembre 2023 17:19

La 28esima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, comunemente nota come COP28, si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Ecco i temi principali di questo appuntamento chiave per il futuro del pianeta, con risvolti importanti anche dal punto di vista economico e degli investimenti.

Necessario dimezzare le emissioni entro il 2030

“Alla COP21 del 2015, il mondo ha deciso di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali entro il 2050. Per rimanere in linea con l’obiettivo, la scienza ci dice che le emissioni devono essere dimezzate entro il 2030. Abbiamo solo altri sette anni per raggiungere questo obiettivo. La COP28 rappresenta un’ottima opportunità per ripensare, riavviare e riorientare l’agenda sul clima.”

Sono queste le parole di Sultan Ahmed Al Jaber, Presidente designato della conferenza sul clima che prenderà il via questo giovedì. “Insieme, daremo priorità agli sforzi volti ad accelerare la riduzione delle emissioni attraverso una transizione energetica pragmatica, a riformare l’uso del territorio e trasformare i sistemi alimentari. Lavoreremo per mobilitare soluzioni per i paesi vulnerabili, rendere operative perdite e danni e organizzare la conferenza più inclusiva possibile.”

I pilastri della COP28

La conferenza mira a fornire un primo bilancio globale dei progressi fatti dall’accordo sul clima di Parigi del 2015 e a rappresentare un punto di svolta per quanto riguarda le attività di questo decennio critico. Un obiettivo fondato su quattro cambi di paradigma.

Innanzitutto, la scienza richiede un forte risultato di mitigazione alla COP28, con misure volte ad accelerare la transizione energetica costruendo il sistema energetico del futuro per decarbonizzare rapidamente il sistema energetico e mantenere l’obiettivo di 1,5 gradi a portata di mano.

In secondo luogo, la finanza rappresenta un fattore fondamentale per l’azione climatica. Tuttavia, è necessario che i finanziamenti al settore siano convenienti, disponibili e accessibili ai paesi in via di sviluppo.

Il terzo punto riguarda la centralità delle persone e della natura negli investimenti per rispondere ai cambiamenti climatici. Infine, la COP28 pone l’accento sul concetto di inclusione, uno strumento indispensabile per raggiungere collettivamente risultati ambiziosi.

​La decarbonizzazione procede a rilento

Nonostante le discussioni e gli investimenti degli ultimi anni, le emissioni globali di CO2 sono di nuovo in aumento, spinte dalla ripresa post Covid e dalla guerra tra Russia e Ucraina, che ha portato i Paesi europei a fare più affidamento su fonti energetiche sicure e convenienti, ma anche altamente inquinanti, come il carbone.

Se da un lato le economie dell’area OCSE hanno fatto progressi sul fronte delle emissioni pro-capite, dall’altro manca ancora molta strada da percorrere e tali miglioramenti sono stati più che compensati dai comportamenti poco virtuosi di Paesi come Cina, India e Brasile.

Allo stesso tempo, l’adozione da parte dei consumatori di tecnologie a basse emissioni di carbonio, come i veicoli elettrici e le pompe di calore, ha subito un rallentamento per via dei costi elevati e del calo dei redditi reali negli Stati Uniti e in Europa.

Il controllo delle emissioni resta dunque un dilemma difficile da risolvere e la maggior parte degli scenari prevede un netto aumento della capacità rinnovabile entro il 2030 (sostanzialmente il triplo rispetto a quanto pianificato), per allinearsi agli obiettivi net-zero.

Possibile aumento dell’interesse per i green bond

In questo scenario, anche gli investimenti si sono adeguati alle tendenze, evidenziando un rinnovato interesse per le società del settore oil & gas, grazie alla crescente domanda di prodotti che forniscono più della metà dell’energia globale, contribuendo però all’aumento dei gas serra.

L’azzeramento delle emissioni sarà dunque determinato dalla capacità di generare alternative green credibili e sostenibili, a discapito di costi elevati e rendimenti incerti dei progetti verdi, sui quali hanno influito negativamente anche l’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse.

Per contro, la minor fiducia negli investimenti azionari nelle rinnovabili può essere compensata da una domanda più elevata di green bond, sostenuta da rendimenti ai massimi da un decennio e dalla progressiva estinzione del greenium, ovvero il premio negativo a cui gli investitori sarebbero disposti a rinunciare per finanziare progetti verdi.

Dalla COP28 attesi progressi su adattamento climatico

Alla COP28 sono previsti progressi sul fronte del cosiddetto “adattamento” climatico. Bisogna infatti distinguere tra mitigazione e adattamento: con il primo termine si intende l’attività volta a ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici attraverso la limitazione delle emissioni di gas serra.

L’adattamento, invece, prevede misure per prevenire e contenere i danni, attraverso interventi infrastrutturali mirati sul territorio e cambiamenti comportamentali. Come sottolineato da Albertine Pegrum-Haram di Columbia Threadneedle Investments, “sempre più urgente e fondamentale finanziare sia l’adattamento che la mitigazione climatica”.

In occasione della COP27 era stata posta grande attenzione sui finanziamenti per l’adattamento, ma le difficoltà di misurazione (a differenza delle emissioni) ne hanno complicato l’implementazione.

Servono 387 miliardi per i Piani di adattamento

“Il fabbisogno di investimenti per l’adattamento è oggi enorme: l’UNEP ha stimato che servirebbero 387 miliardi di dollari all’anno per realizzare le priorità nazionali in materia. Inoltre, siamo consapevoli che dovranno aumentare anche gli investimenti privati in questo specifico settore, in quanto i finanziamenti pubblici da soli non sono in grado colmare il gap finanziario”, sottolinea Albertine Pegrum-Haram.

“Oggi i governi sono chiamati a presentare all’UNFCC dei ‘Piani nazionali di adattamento’ che delineino le esigenze nazionali e le azioni da intraprendere; tuttavia, la maggior parte di questi progetti mancano di dettagli su costi e attuazione e non riescono a canalizzare in modo efficiente i capitali privati verso i progetti giusti.”

“Il modo più efficace per contrastare gli impatti più dannosi del cambiamento climatico resta quello di limitare le emissioni, ma è altrettanto evidente che i finanziamenti per l’adattamento e la mitigazione vanno di pari passo con la riduzione delle emissioni e, per questo motivo, sarà cruciale colmare le lacune presenti oggi su questo fronte e identificare le migliori strategie per rendere effettiva l’Agenda della COP28 su questi due temi.”

Il ruolo dell’Ue alla COP28

In questo scenario, “l’Europa è chiamata a far avanzare la transizione verde se vuole rimanere competitiva sulla scena mondiale”, come sottolineato da Christine Lagarde, presidente della Bce, Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE, e Werner Hoyer, presidente della Bce per gli investimenti, nel blog della BCE in vista della Cop28 a Dubai.

“Le nuove tecnologie e l’energia verde non sono soltanto migliori per l’ambiente, ma rappresentano anche una scelta sensata dal punto di vista economico. Tuttavia, per avere successo, la transizione deve essere giusta e inclusiva.”

Il 2023 potrebbe essere l’anno più caldo di sempre, con eventi catastrofici dettati da siccità, inondazioni e incendi, con conseguenze devastanti a livello umano ed economico. I dati della Bce indicano che più rimanderemo la riduzione delle emissioni e il passaggio verso un’economia verde, più elevato sarà il costo da sostenere.

L’investimento in fonti di energia meno competitive non è sensato dal punto di vista economico rispetto all’adozione di tecnologie innovative al centro del futuro dell’energia. Per questi motivi, l’Europa dovrà partecipare attivamente alla rivoluzione energetica globale, altrimenti la sua competitività ne risulterà danneggiata.