Notizie Obbligazioni Conti correnti: sale liquidità italiani, aumentano BTP e depositi vincolati. Più mutui con tagli Bce

Conti correnti: sale liquidità italiani, aumentano BTP e depositi vincolati. Più mutui con tagli Bce

3 Marzo 2025 14:06

Dopo due anni consecutivi di contrazione, nel 2024 torna a salire la liquidità sui conti correnti degli italiani, registrando circa 20 miliardi di euro in più in un anno. I numeri sono quelli di una ricerca della Fabi, la Federazione Autonoma Bancari Italiani secondo cui famiglie e imprese dopo aver attinto ai propri salvadanai per affrontare l’aumento del costo della vita, riducendo la liquidità disponibile sui depositi bancari, ora vivono una fase di ricostituzione del risparmio, in un contesto di minore pressione inflazionistica e con tassi di interesse ancora elevati, fattori che stanno influenzando le scelte finanziarie di famiglie e imprese.

BTP: ecco su cosa puntano le famiglie

Dopo due anni consecutivi di contrazione quindi, nel 2024 il saldo complessivo dei salvadanai di famiglie e imprese ha registrato un incremento, attestandosi a 1.363,6 miliardi, in aumento di 19,8 miliardi rispetto ai 1.343,8 miliardi del 2023, pari a una crescita dell’1,5%.

I risparmiatori, secondo la fotografia che scatta la Fabi, sono orientati verso soluzioni di investimento alternative, come titoli di Stato e strumenti obbligazionari. Le famiglie continuano a detenere una quota significativa di risorse in banca, con un incremento dell’1,1% (pari a 12,3 miliardi). Cresce anche la liquidità nelle onlus (+2,5%), nei fondi pensione (+10,5%) e nelle assicurazioni (+13,9%). D’altra parte cala la liquidità nei fondi di investimento (-4,5%), che hanno visto un deflusso di 13,3 miliardi, segnale – sottolinea la Fabi – di una parziale riallocazione del capitale verso strumenti più sicuri e remunerativi, come i depositi vincolati o i titoli di Stato, che nell’ultimo anno hanno offerto rendimenti più interessanti rispetto al passato.

Anche gli enti di previdenza hanno registrato un aumento della liquidità detenuta (+7%), un chiaro segnale che la stabilità del sistema previdenziale continua a essere una priorità nel panorama economico attuale.

Tassi di interesse giù: riparte il mercato dei mutui

Due le buone notizie che derivano dalla ricerca: da una parte la maggiore liquidità, detenuta in banca da famiglie e imprese, che possono così aumentare i consumi e anche gli investimenti, facendo salire il PIL. Dall’altra la crescita dei mutui e quindi del mercato immobiliare, fondamentale per l’economia del Paese.

Negli ultimi sette mesi i mutui sono aumentati di 5,3 miliardi di euro ed è il taglio dei tassi a favorire la ripresa dei prestiti per la casa: da 420,8 miliardi di maggio a 426,1 miliardi di dicembre.

La seconda parte del 2024, dunque, segna l’inversione di tendenza per il credito bancario destinato all’acquisto di abitazioni: nei primi cinque mesi dello scorso anno, infatti, lo stock di questa categoria di finanziamenti era sceso di quasi 4 miliardi (-0,9%).

Rovescio della medaglia, l’effetto della politica monetaria della Banca centrale europea, misurato da fine 2021, però, si è tradotto in una contrazione complessiva del credito ai privati di quasi 60 miliardi (-4,5%) da 1.325,9 miliardi a 1.266,9 miliardi.

Se quindi le famiglie cominciano a ottenere più ossigeno per investire sul mattone e sul fronte del credito al consumo (con cui si acquistano a rate vari beni e servizi), salito di oltre 3 miliardi (+2,6%), da 123 a 126,1 miliardi, si registra una sforbiciata del 4,1% ai prestiti personali (quelli erogati senza una specifica finalità), passati da 120,5 miliardi a 115,6 miliardi.

Sileoni: “Banche remunerino di più i depositi”

“L’aumento dell’inflazione ha significativamente eroso il potere d’acquisto degli stipendi e, proprio per questa ragione, è necessario che siano rinnovati tutti i contratti collettivi nazionali di lavoro scaduti, con incrementi capaci di allineare le retribuzioni al nuovo costo della vita”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni secondo cui però, “da parte delle banche, è necessario un cambio di passo”.

“Continuano a considerare i conti correnti esclusivamente come strumenti di pagamento, ignorando il loro ruolo essenziale anche come prima forma di risparmio. Il problema è che la liquidità resta parcheggiata senza una reale valorizzazione economica: i tassi sui depositi sono ancora troppo bassi, mentre le banche, come dimostrano anche gli utili del 2024, beneficiano di margini enormi sulla raccolta e quindi sul credito, col margine d’interesse in costante aumento da tre anni. Ai clienti va riconosciuta una remunerazione più equa, allineata all’andamento dei tassi di interesse, per evitare una penalizzazione eccessiva dei risparmiatori. Senza un atteggiamento diverso, le banche mettono a rischio quel rapporto di fiducia che è alla base del settore” conclude Sileoni.