Notizie Notizie Italia Confindustria insorge contro richiesta stop totale Lombardia: rischio distruzione immagine Italia nel mondo

Confindustria insorge contro richiesta stop totale Lombardia: rischio distruzione immagine Italia nel mondo

10 Marzo 2020 18:08

Confindustria non ci sta ed esprime preoccupazione per la richiesta della Regione Lombardia di esasperare le misure di contenimento del contagio fino a prevedere il fermo totale delle fabbriche e dei trasporti. “Il giusto e necessario proposito di fronteggiare l’emergenza sanitaria non può e non dove aggravare l’emergenza economica che sta già piegando l’intero sistema produttivo del Paese”, spiega Confindustria che prosegue: “I provvedimenti fin qui varati dal governo, se rispettati da tutti con scrupolo e responsabilità, offrono una soluzione equilibrata alla grave situazione del momento contemperando esigenze diverse ed evitando di provocare danni che potrebbero rivelarsi irreparabili. L’immagine dell’Italia nel mondo, già fortemente compromessa, ne uscirebbe tra l’altro definitivamente distrutta con un effetto di spiazzamento per le nostre imprese che non potrà che ripercuotersi sui fatturati e l’occupazione“.

Confindustria ha inviato al governo una nota nella quale ribadisce l’urgenza d’intervenire con politiche anticicliche fondate sul rilancio degli investimenti pubblici, l’adozione di misure per garantire liquidità alle imprese, l’ampliamento dell’uso degli ammortizzatori sociali, interventi di carattere fiscale.

Le parole di Fontana: chiudiano tutto

il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, oggi ha chiesto un ulteriore irrigidimento delle misure per il contenimento dell’epidemia coronavirus, compreso lo stop dei mezzi pubblici locali, negozi e ufficio per i prossimi 15 giorni. Rimarrebbero aperti solo i servizi essenziali quali farmacie e supermercati. “Le mezze misure, l’abbiamo visto in queste settimane, non servono a contenere questa emergenza”, ha scritto sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Lombardia. L’idea di chiudere tutto è stata ventilata anche dall’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.