Notizie Notizie Italia Confindustria, Bonomi: ‘in Italia tutto fermo. Niente piano riforme Ue, niente MES. Rischio ‘strage occupazionale’

Confindustria, Bonomi: ‘in Italia tutto fermo. Niente piano riforme Ue, niente MES. Rischio ‘strage occupazionale’

24 Agosto 2020 10:35

La domanda, che si pone e pone all’esecutivo giallorosso Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, è più che lecita: dopo l’accordo sul Recovery Fund annunciato in pompa magna dal premier Giuseppe Conte, osannato per giorni da esponenti della maggioranza M5S-PD, di concreto il governo italiano cos’ha fatto, in questo mese di agosto? E sì che di solito ad agosto l’Italia è chiusa per ferie:  ma ha senso che la politica, nell’anno decisamente insolito e sicuramente storico della pandemia del coronavirus, abbia deciso anch’essa di andare in ferie, mentre tra l’altro i nuovi casi giornalieri di COVID-19 tornano a superare la soglia di 1.200?

Foto Paolo Giandotti/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse19-06-2020 Roma – ItaliaPoliticaIl Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accoglie Carlo Bonomi, Presidente Confindustria.DISTRIBUTION FREE OF CHARGE – NOT FOR SALE

Che fine ha fatto il piano per la ripresa tanto pubblicizzato da Conte in occasione degli Stati Generali di Villa Pamphili, esattamente il Piano di rilancio per reinventare l’Italia? E quegli appelli lanciati e rilanciati da più parti sull’importanza di utilizzare il MES visto che, come ha detto lo stesso Enrico Letta, se le risorse del Recovery Fund “arriveranno non prima dell’anno prossimo, quelle del Mes sono disponibili dall’autunno”?

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In un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Carlo Bonomi non fa nulla per nascondere il proprio disappunto, esordendo con una frecciatina che va nella chiara direzione del governo italiano:

“Eccoci qua – dice il numero uno di Confindustria – come promesso Confindustria è aperta dalla scorsa settimana. Non è come la politica che se n’è andata in ferie…”. Questo, mentre “stiamo vivendo giorni decisivi” per l’Italia. Il monito arriva subito:

“O tra governo e parti sociali ci confrontiamo, ci ascoltiamo e lavoriamo tutti uniti a un Grande Patto per l’Italia, oppure entriamo in una crisi drammatica, dalla quale rischiamo di non uscire più”. E certo, l’attesa era per “un agosto completamente diverso”. Invece, “tutto fermo”.

Fermo “il piano per le riforme Ue”. Fermi i “progetti sanitari per attivare il prestito del Mes”. Fermi “400 decreti attuativi”. In compenso sulla scuola “non si capisce nulla, non sappiamo se ripartirà e abbiamo sprecato tre settimane a discutere di banchi a rotelle“.

Insomma, da un lato il governo “non è in grado di ristabilire la fiducia”. Dall’altro il sindacato che “minaccia lo sciopero generale non capisce in che mondo viviamo”.

E invece da settembre “rischiamo davvero una strage occupazionale: possono saltare un milione di posti di lavoro”. Politica peggio del Covid? “Lo ridirei anche oggi”, chiarisce Bonomi.

Riguardo al nodo occupazione, il rischio stimato da Bonomi di una perdita di 1 milione di posti di lavoro viene ribadito:

“Un milione di posti di lavoro bruciati resta un numero purtroppo molto credibile. E ora vedo che anche Banca d’Italia e Istat si stanno avvicinando alla nostra previsione. Il governo non ha una visione sul ‘dopo’, la riorganizzazione delle filiere del valore non c’è stata, il mercato è pietrificato. Il rischio di un’emorragia è serio”.

E non è vero, in questo tragico contesto, che Confindustria ha preso di mira il governo M5S-PD:

“Io lo ripeto da tre mesi e mezzo: i governi li scelgono i cittadini. Confindustria non fa politica, ma rivendica il diritto/dovere di esprimere un giudizio sull’operato di qualsiasi governo: se fa bene diciamo ‘bene’, se fa male diciamo ‘male’. È ancora possibile, in questo Paese?”. Certo, “io do atto a questo governo della straordinarietà della fase. Nessuna democrazia occidentale era pronta ad affrontare l’emergenza della pandemia. Ci siamo trovati di fronte a condizioni eccezionali, che richiedono sforzi immani. Ma ormai sono passati sei mesi di Covid. I fatti dimostrano che il metodo non funziona. Manca la visione, manca lo slancio e soprattutto manca un serio confronto”.

In merito alla dichiarazione sulle sue aspettative di un agosto completamente diverso, Bonomi si è spiegato:

“Le faccio solo qualche esempio. Primo, il governo ha varato le misure anti-crisi ma mancano oltre 400 decreti attuativi: tutto fermo. Secondo, ci avevano detto che ad agosto avrebbero lavorato alla stesura del piano di riforme da presentare alla Ue per ottenere i contributi del Recovery Fund: tutto fermo. Terzo, si profila di nuovo un’emergenza sanitaria e anche su quel fronte ci avevano detto che avrebbero presentato progetti per attivare i prestiti del Mes: tutto fermo. Quarto: il 14 settembre dovrebbero ricominciare le scuole, ma ancora non si è capito se e come riapriranno: tutto fermo. Da settimane siamo inchiodati a discutere sui banchi a rotelle, non riusciamo neanche a sapere quali sono le 11 imprese che li starebbero fabbricando, siamo al paradosso che c’è una sorta di segreto di stato su una gara pubblica. Vuole che continui?”.

Pollice verso anche sul decreto di agosto e nei decreti precedenti:

Cento miliardi impegnati nei decreti incluso il decreto agosto. Tanti soldi, in effetti, la metà degli aiuti previsti dal recovery fund. Peccato però che siano quasi tutti bonus a pioggia. Le esperienze del passato dimostrano che misure del genere danno sempre risultato zero”.

E nessuna risposta alla proposta presentata da Confindustria lo scorso 16 luglio, “su come riformare ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro”.

“Nessuna risposta – conferma Carlo Bonomi – Abbiamo presentato le nostre idee su Italia 2020/2030, consegnando al Governo un documento completo: nessuna risposta. Abbiamo più volte detto che sul fisco serve una riforma organica per le persone fisiche e per le imprese, chiedendo un sistema tributario che sia leva per la competitività e non strumento punitivo per fare cassa: nessuna risposta”.