Notizie Notizie Mondo Richard Branson: ‘con Hard Brexit effetti devastanti su molte società Virgin. Rischio parità sterlina-dollaro’

Richard Branson: ‘con Hard Brexit effetti devastanti su molte società Virgin. Rischio parità sterlina-dollaro’

11 Luglio 2019 15:53

Richard Branson torna a far parlare di sé, e stavolta non per Virgin Galactic, che fa parte del suo impero Virgin Group. Branson si focalizza sulla Brexit ed emana il suo verdetto: se il 31 ottobre il Regno Unito lascerà l’Unione europea senza un accordo, la sterlina scivolerà fino al punto di raggiungere la parità con il dollaro (al momento, oscilla attorno a $1,25) e gli effetti sulla galassia Virgin saranno significativi.

Intervistato dalla BBC, l’imprenditore britannico ha lanciato un allarme sulle proprie società, affermando che una Hard Brexit sarebbe “devastante per molte società Virgin”.

In particolare, Branson ha avvertito che un eventuale crollo della sterlina affosserebbe soprattutto Virgin Atlantic.

“La sterlina collasserà fino alla parità con il dollaro, se ci sarà una Hard Brexit – ha detto il magnate – E il punto è che i costi di Virgin Atlantic sono in dollari”. Una “Hard Brexit – ha continuato – farebbe sparire le merci che riceviamo dall’Europa e che Virgin Atlantic spedisce in America. Praticamente, noi non riceveremmo più quelle merci e $100 milioni andrebbero in fumo”.

Qualche giorno fa è arrivata la notizia di Virgin Galactic – facente parte della galassia di Richard Branson – pronta a diventare la prima società di turismo spaziale a sbarcare in Borsa.

Hard Brexit, non solo Branson. Avvertimenti da Mark Carney (BoE)

Nelle ultime ore, Richard Branson non è stato l’unico a lanciare l’allarme Hard Brexit. A farloè stato anche il numero uno della Bank of England, Mark Carney.

Carney ha parlato del rischio di turbolenze sui mercati in caso di uscita del Regno Unito dall’Unione europea senza una intesa – dunque in caso di no-deal Brexit – ribadendo che la Brexit è il fattore più determinante per l’outlook economico del Regno Unito e che, anche se le aziende si stanno preparando a fronteggiare il peggiore degli scenari, rischi significativi permangono tuttora.

Ci sono fattori, inoltre, che stanno tenendo il mondo intero con il fiato sospeso. Il banchiere centrale ha fatto riferimento alla fiducia delle aziende che, a livello globale, continua a fare i conti con le preoccupazioni legate alla guerra commerciale. I mercati stanno prezzando così tassi di crescita più bassi, ha aggiunto, e anche profitti aziendali più bassi.

I motivi per preoccuparsi sono diversi: tra questi, ha avvertito Carney, anche la crescita del credito in Cina, che sta avvenendo a un ritmo superiore rispetto a quello della crescita dei profitti. I mercati emergenti, inoltre, sono  vulnerabili alla minaccia di una fuga di capitali.

La buona notizia, tuttavia, che non è da poco, è che il governatore ritiene che, anche in un contesto di guerra commerciale globale e di una Brexit disordinata, il settore bancario britannico resisterebbe.

Una seria minaccia per il mondo degli investitori, ha detto ancora il numero uno della BoE, tuttavia c’è: è quella rappresentata dai fondi aperti. A tal proposito, Carney non ha nascosto di essere deluso per l’incapacità delle autorità globali di affrontare la questione.

“Il problema è che (questi fondi) promettono una liquidità immediata, ma non riescono poi a soddisfare le richieste degli investitori, nel caso in cui questi dovessero decidere tutti insieme di procedere ai riscatti”.

Carney ha fatto riferimento alla chiusura dell’Equity Income Fund di Neil Woodford. Pur precisando che si tratta di una questione che attiene più al tema della protezione degli investitori, che non a quello della stabilità finanziaria, il governatore ha sottolineato che quanto accaduto è il sintomo di un problema più ampio.

“La nostra impressione è che i rischi che incombono sulla stabilità finanziaria e che sono legati a questi fondi stiano aumentando”.

Lo scandalo Woodford sta montando nel Regno Unito: gli investitori britannici hanno ritirato ben 1,9 miliardi di sterline dai fondi attivi di Woodford Equity Income Fund, fondo principale della rete di Neil Woodford, nei tre mesi terminati alla fine di giugno.

Il fondo è stato sospeso lo scorso 3 giugno a causa di problemi di liquidità, avvenuti per l’appunto nell’ambito di un esodo che ha replicato l’intensità della fuga degli investitori dai fondi attivi che è avvenuta alla metà del 2016, ovvero ai tempi del referendum sulla Brexit.

Oggi il Telegraph riporta che quasi 133.000 clienti di Hargreaves, che hanno investito più di 1,1 miliardi nel fondo di Neil Woodford e che non sono riusciti finora a riavere indietro i loro soldi, potranno finalmente veder trasferiti i loro investimenti in un’altra società di brokeraggio. I clienti saranno costretti a versare tuttavia, le commisisoni di uscita.