Con i conti di Alcoa inizia stasera la stagione delle trimestrali
La stagione delle trimestrali Usa, che prenderà ufficialmente il via questa sera a mercato chiuso, potrebbe riservare delle sorprese negative. Come da tradizione, la prima società dell’indice Dow Jones a comunicare i risultati finanziari del secondo trimestre dell’anno sarà Alcoa. Il gigante dell’alluminio americano potrebbe annunciare un calo degli utili pari a circa l’84%. In particolare secondo le stime degli analisti di Bloomberg la società dovrebbe registrare un utile per azione (Eps) rettificato di 5 centesimi di dollaro rispetto ai 32 centesimi riportati un anno fa, mentre il giro d’affari dovrebbe attestarsi a quota 5,8 miliardi di dollari, registrando una contrazione del 12% rispetto al secondo trimestre 2011.
Nell’ultimo periodo gli analisti hanno rimesso mano alle previsioni su Alcoa, abbassandole in scia al surplus della produzione globale di alluminio e all’indebolimento dei prezzi.
Ma cosa ci comunicherà la corporate Usa in questa nuova tornata di risultati finanziari? Secondo IG Markets Italy “i conti del secondo trimestre non dovrebbero essere brillanti visto il rallentamento dei consumi negli Usa e i recenti dati macro”. Un primo campanello d’allarme sui cui riflettere sono i profit warning annunciati nel corso dell’ultime settimane da decine di società a stelle e strisce. Tra queste Ford e Texas Instruments che hanno fatto sapere che gli utili saranno inferiori alle attese a causa del rallentamento della domanda globale da parte dei consumatori a livello mondiale, in particolare in Europa.
Dopo i risultati di Alcoa venerdì sono attesi i numeri trimestrali di Google, Wells Fargo e JPMorgan. Cresce in particolare l’attesa per conoscere i conti del colosso bancario guidato da Jamie Dimon dopo lo scandalo scoppiato a maggio. Un’attesa quasi febbrile dopo le indiscrezioni riportate a fine giugno dal New York Times. Il quotidiano Usa, citando una proiezione interna effettuata dalla banca americana, ha riportato che le perdite finali sui derivati di JPMorgan potrebbero raggiungere la cifra ‘monstre’ di 9 miliardi di dollari. Un buco decisamente superiore a quanto pronosticato dalla società.