Commodity: scende il costo del trasporto marittimo, Baltic Dry ai minimi da 25 anni
Il Baltic Dry Index scende ai minimi degli ultimi 25 anni. L’indice che misura l’andamento dei costi del trasporto marittimo con un rosso del 2,65% ieri si è portato in quota 662 punti, 1 punto al di sotto dei 663 punti toccati lo scorso 5 dicembre 2008 ed il livello minimo dal 1986. L’indice da inizio anno ha perso il 39% ed il saldo degli ultimi 12 mesi evidenzia un rosso del 62%.
Il Baltic Dry misura l’andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle navi dry (non liquido) bulk (sfuso). Nonostante il nome, non si tratta di un indice regionale ma rileva l’andamento dei costi del trasporto di circa 50 delle principali rotte mondiali. Si tratta di un indicatore utilizzato per rilevare l’andamento del mercato delle materie prime ed è quindi considerato dagli operatori una “proxy” dell’andamento dell’economia globale.
Nelle ultime settimane la debolezza dell’indice era stata attribuita all’assenza degli operatori asiatici a causa della Festa di Primavera, visto che la crescita record registrata in Asia negli ultimi anni ha progressivamente portato quest’indice ad assumere una connotazione sempre più “orientale”.
Nonostante le tensioni che continuano ad aleggiare sulla ripresa dell’economia globale, l’indice sconta anche pesanti problemi strutturali. Il maggiore è rappresentato dall’abbondanza di navi. Negli ultimi anni al rallentamento dell’economia ha fatto da contraltare il potenziamento delle flotte, che oggi nella maggior parte dei casi appaiono sovradimensionate rispetto alle esigenze di trasporto.
“Il maggior problema è rappresentato dalla continua crescita delle flotte”, ha dichiarato Sverre Svenning, direttore della ricerca del broker norvegese Fearnley Consultants. Secondo la britannica Clarkson, il primo broker marittimo a livello globale, le flotte quest’anno cresceranno del 14%, sovraperformando il +3% previsto per i volumi di carico trasportati.
A maggio 2008, quando il Baltic Dry aveva raggiunto il record di 11.793 punti, una rinfusiera Capesize (120-210 mila tonnellate) era noleggiata a 200 mila dollari al giorno mentre una Panamax (65- 85 mila tonnellate) costava 100 mila dollari al giorno. Oggi per la prima “bastano” 7.500-8.000 dollari mentre per la seconda servono in media 5.515 dollari, ben al di sotto dei costi sostenuti per muovere le navi.
Bisogna poi rilevare che il Baltic Dry misura l’andamento dell’economia con un certo ritardo, e non è adatto a pronosticare l’andamento futuro. Non a caso tra il gennaio ed il maggio 2008 l’indice aveva registrato un incremento del 128%.
Alla luce di queste considerazioni è indiscutibile che i minimi degli ultimi 25 anni segnalino un calo della domanda ed anche se non è in arrivo un crollo dell’economia mondiale possiamo mettere in conto un rallentamento del commercio.