Notizie Notizie Mondo Commodity: oro al bivio tra Trumponomics ed elezioni in Francia e Germania

Commodity: oro al bivio tra Trumponomics ed elezioni in Francia e Germania

22 Novembre 2016 14:52
 
 
 
Dopo la vittoria di Trump, il prezzo dell’oro è stato spinto al ribasso fino ai minimi di cinque mesi e mezzo. Dopo lo shock iniziale, infatti, il dollaro ha recuperato, i rendimenti dei bond si sono impennati e il mercato azionario, a sorpresa, è salito. “Tutto ciò si è verificato sulla base delle aspettative che le proposte elettorali diventino realtà”, spiega Nevine Pollini, Senior Analyst Commodities di Union Bancaire Privée (UBP). Infatti, le promesse di Trump di stimoli fiscali maggiori (sotto forma di taglio delle tasse e spesa per infrastrutture), combinati con un nuovo protezionismo sul commercio (che farebbe aumentare prezzi delle importazioni), avranno sicuramente un effetto reflazionistico sull’economia americana, portando a un possibile aumento dell’inflazione, specialmente in un’economia che sembra essere piuttosto solida e con un mercato del lavoro abbastanza forte. Il vice presidente della Federal Reserve, Stanley Fischer, ha infatti dichiarato, subito prima delle elezioni, che l’economia statunitense “supera i nostri target sull’occupazione e sull’inflazione”.
 
Oro/dollaro
 
La prima conseguenza è che la Fed probabilmente dovrà aumentare i tassi in modo più aggressivo rispetto alle attese, il che sicuramente sarà dannoso per il prezzo dell’oro. Un rialzo dei tassi nel mese di dicembre ormai è pienamente atteso e ce ne potrebbero essere altri nel 2017. “Tuttavia, dopo l’esito a sorpresa del voto americano e del referendum sulla Brexit, crediamo che il metallo giallo non debba essere completamente accantonato – dice Pollini – Infatti, potrebbe benissimo tornare alla ribalta con l’avvicinarsi del referendum italiano e delle elezioni in Austria, Francia e Germania, dove il rischio di anti-globalizzazione e di affermazione di trend politici populisti e delle incertezze che questi potrebbero creare sui mercati globali non dovrebbe essere sottostimato”.