Commodity della settimana: alluminio, il fattore Trump come driver di prezzo per il prossimo futuro
L’alluminio si riprende la scena del mondo commodities, dopo una settimana caratterizzata principalmente dal ritorno in carica del Presidente Trump alla guida degli Stati Uniti d’America. L’alluminio infatti, oltre ad essere una delle commodity più versatili e strategiche nell’industria moderna grazie alle proprie qualità intrinseche, è stato oggetto di dazi durante il precedente mandato di Trump alla Casa Bianca e la recente rielezione suggerisce un potenziale reinserimento di questi ultimi. Tale aspetto unito ad un mercato fortemente influenzato da variabili economiche e geopolitiche, potrebbero risultare i driver trainanti il prezzo di questo asset nel prossimo futuro.
Dazi e tensioni commerciali in vista
L’alluminio torna a far parlare di sé a seguito delle elezioni americane che hanno assistito alla rielezione del Presidente Donald Trump. Si tratta di un elemento fondamentale per l’analisi del mercato di questo asset, in quanto la politica economica, storicamente incentrata su misure protezionistiche e sull’industria nazionale, potrebbe determinare l’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni di alluminio, come già accaduto in passato.
Questa strategia potrebbe avere conseguenze con un duplice effetto sul prezzo dell’alluminio: da una parte i produttori internazionali potrebbero trovarsi esclusi da un mercato chiave come quello statunitense diminuendo l’offerta di beni, dall’altro l’eventuale introduzione di incentivi per l’industria manifatturiera negli Stati Uniti potrebbe aumentare la domanda interna di alluminio. Il peso specifico del mercato Usa apporterebbe conseguenze su scala globale, con pressioni sul prezzo ad impattare sia sul fronte della domanda, sia lato offerta, poiché quest’ultima potrebbe non essere in grado di soddisfare completamente questa nuova esigenza.
Inoltre, il cambiamento di direzione politica degli Stati Uniti potrebbe portare ad un ulteriore irrigidimento delle relazioni commerciali con la Cina, principale produttore mondiale di alluminio. Una potenziale escalation delle tensioni commerciali tra queste due superpotenze potrebbe quindi influenzare non solo i prezzi, ma anche l’intero sistema di produzione e distribuzione del metallo. Altro spettatore interessato di questi cambiamenti sarà sicuramente anche l’Unione Europea, il cui mercato manifatturiero interno è alle prese con delle situazioni complicate da gestire nel settore dell’automotive, e pertanto nuovi dazi da parte degli Usa potrebbero affossare ulteriormente una situazione già complessa.
Rimangono poi da monitorare gli aspetti tutt’ora importanti legati alle condizioni geopolitiche globali che continuano a ricoprire un ruolo non marginale legato al mercato dell’alluminio. Tra gli altri, la Cina al momento presenta una condizione economica di ripresa incerta, contribuendo ad alimentare la volatilità su questo mercato. Addetti ai lavori osservano interessati l’evolversi di questi scenari, con la suggestione sempre più grande che il prossimo futuro sarà investito da un’impennata dei prezzi di questo bene.
Punto grafico sul future dell’alluminio
Future dell’alluminio quotato al Comex che potrebbe tornare a dire la sua a seguito dei recenti risvolti geopolitici. Un asset altamente volatile in questo 2024, la cui performance ad oggi segna un +16% circa ytd ma dall’andamento tutt’altro che lineare. Il prezzo del future nelle sedute di novembre è tornato sui livelli di massimo relativo a cinque mesi, beneficiando di un importante impulso rialzista.
Grafico del future che, come precedentemente analizzato, è tornato a spingere in rottura ad un pattern di inversione rialzista, il cup & handle. Seppur distanti dai target, rispetto al contesto analizzato in agosto l’alluminio ha ripreso la corsa cercando di invertire la tendenza del trend di medio periodo, così come dimostra la rottura rialzista della resistenza dinamica (in blu). Questo è avvenuto contestualmente anche alla rottura della resistenza statica (in giallo) in area $ 2.540 attribuendo maggior significatività al movimento.
Da un punto di vista prettamente grafico la definitiva conferma di fase nuovamente rialzista si configurerebbe con la rottura e successiva chiusura al di sopra del doppio massimo configuratosi tra aprile e maggio di quest’anno. Un eventuale scenario di questo tipo andrebbe a proiettare il prezzo verso livelli ben al sopra delle prime resistenze statiche lungo la strada, con target in area $ 3.190.
La forza del movimento rialzista si apprende anche grafico del RSI a 14 periodi, sul quale, dopo aver registrato la rottura della resistenza dinamica (in verde) che ha preannunciato il movimento di uscita dall'”handle”, si è configurata anche la rottura della resistenza statica (in viola), la quale funge ora da supporto.
Ecco allora che mischiando gli spunti del grafico al contesto geopolitico in atto, lo scenario più probabile per il prossimo futuro vede un alluminio sempre più costoso per i consumatori. Attenzione tuttavia a potenziali risvolti che potrebbero invalidare l’analisi, ricordando che l’ultima parola spetta come sempre al mercato.