Colpo di scena Mediobanca: Nagel evita la conta e rinvia l’assemblea. Cosa succede ora e i due scenari per settembre

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Colpo di scena. A 24 ore dall’assemblea chiamata a pronunciarsi sull’Ops di piazzetta Cuccia su Banca Generali, il board dell’istituto ha deciso di fermare le rotative e rinviare tutto a dopo l’estate, quando probabilmente si saprà già l’esito dell’Ops di Mps sulla stessa Mediobanca.
Il rinvio
La mossa a sorpresa è arrivata ieri mattina, con una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione della merchant bank che ha votato per il rinvio al 25 settembre dell’assemblea sull’operazione Banca Generali. Si è astenuta Sabrina Pucci, mentre voto contrario è arrivato da Sandro Panizza; entrambi consiglieri espressione della lista Delfin.
Il consiglio di Amministrazione di piazzetta Cuccia riafferma il forte razionale industriale e finanziario dell’Offerta che crea un leader italiano del Wealth Management, ha, quindi, ritenuto opportuno interpellare i soci una volta acquisito l’esito delle valutazioni di Generali.
L’Offerta rimane valida in tutti i suoi termini, ivi la compresa la conclusione attesa per settembre/ottobre 2025.
Le motivazioni
Cosa è successo? La versione ufficiale è contenuta nella nota diramata da Mediobanca. “Alcuni soci, titolari di un investimento sia in Mediobanca sia in Assicurazioni Generali, hanno sottolineato l’esigenza di conoscere le valutazioni e l’orientamento di Generali rispetto alla proposta di Mediobanca al fine di potersi esprimere nell’assemblea della stessa Mediobanca, anche considerando che l’adesione di Generali è essenziale per il perfezionamento dell’operazione (vista la soglia minima irrinunciabile del 50+1% apposta all’Offerta)”, recita la nota che precisa come solo il 12 giugno, a ridosso della riunione assembleare del 16 giugno, il gruppo del Leone di Trieste ha divulgato un comunicato stampa segnalando – per la prima volta – di aver avviato un processo di analisi della proposta avanzata da MB e delle sue implicazioni commerciali, economiche e di valore.
“Tale elemento di novità – sottolinea Mediobanca – richiede di tener conto delle disponibilità e delle tempistiche di Generali, alla luce dell’auspicio espresso da una parte della compagine sociale, di conoscere la posizione della Compagnia sull’Offerta”.
Il riferimento “alcuni soci” può essere declinato al singolare in quanto ad alzare la voce è stato solo Francesco Gaetano Caltagirone, lo scorso 3 giugno, chiedendo un rinvio dell’assemblea motivandolo con la mancanza di informazioni sull’accordo strategico con Generali, che era vincolante per il buon fine dell’Ops.
Gli schieramenti e il rischio di soccombere
Mediobanca non ha mancato di sottolineare che l’attività di engagement pre-assembleare aveva confermato l’esistenza di un largo supporto del mercato all’Offerta, testimoniato anche dai pareri favorevoli unanimi dei proxy advisors. Da quanto emerso negli ultimi giorni la distanza tra favorevoli e contrari/astenuti appariva molto esigua con il rischio che l’operazione non passasse. Dai calcoli emersi alla vigilia dell’assemblea tra voti contrari e astensioni si sarebbe arrivati oltre il 40% rispetto a un’affluenza attesa superiore all’80%. Era quindi concreto il rischio per Alberto Nagel che i voti favorevoli non sarebbero stati sufficienti per il via libera all’offerta.
Tra i grandi soci spicca la contrarietà di Francesco Gaetano Caltagirone che si era portato a ridosso del 10% in vista dell’assemblea. Il primo azionista Delfin, con il 19,9% si sarebbe astenuto, e probabilmente anche Edizione della famiglia Benetton. In aggiunta era spuntata tra gli azionisti anche Unicredit con l’1,9% avrebbe potuto accodarsi al partito degli astenuti, come già fatto all’assemblea per il rinnovo del board di Generali.
Nagel compra tempo, ecco cosa cambia adesso
Il ceo di Mediobanca ha evitato per il momento il rischio che l’operazione non passasse e adesso avrà tempo per dialogare con Generali sulle partnership strategiche e come potrebbero compensare l’uscita di Banca Generali dal perimetro del Leone. Stando a quanto riporta il Corriere, Nagel andrà inoltre a cercare di portare a bordo del suo progetto Delfin, primo azionista di Mediobanca e il cui presidente Francesco Milleri aveva aperto all’Ops di Banca Generali rimarcando però la mancanza di informazioni.
C’è di più. La nuova data scelta non è casuale. Parallelamente infatti andrà avanti l’offerta di Mps sulla stessa Mediobanca. L’istituto senese aspetta l’ok di Bce e Consob per dare il via all’assalto a piazzetta Cuccia e se l’operazione partirà nella pèrima metà di luglio come vorrebbe Luigi Lovaglio, a fine settembre i giochi saranno fatti.
A quel punto, se Siena avrà conquistato il salotto buono della finanza, il progetto su Banca Generali sarebbe sorpassato dagli eventi andando quindi a decadere; di contro, se Mps fallisse l’assalto a Mediobanca la prima conseguenza è che il paletto della passivity rule svanirebbe e quindi Nagel potrebbe procedere con l’Ops su Banca Generali senza chiedere il permesso ai soci.
In conclusione, l’assemblea su Banca Generali potrebbe non svolgersi mai.