Citigroup divisa in due, attività no core trasferite a una “bad company”
Citigroup registra 8,3 miliardi di perdite in tre mesi e vara un piano di riassetto rivoluzionario. La banca statunitense, che prima dello scoppio della crisi subprime risultava la numero uno degli Stati Uniti, ha varato un riassetto del gruppo che porterà alla nascita di due distinte divisioni, Citicorp e Citi Holdings.
La prima sarà focalizzata sul bisiness “core” globale del gruppo che è presente in oltre 100 Paesi e vedrà confluire al suo interno assets per 1,1 miliardi di dollari. Citi Holdings invece ingloberà le attività “no core” del gruppo quali brokeraggio, retail asset management e credito al consumo, dando vita a una sorta di bad company, con il management che avrà come mandato quello di massimizzare il valore degli asset per gli azionisti. Pare dunque destinato a proseguire il processo di dismissioni avviato mercoledì scorso con la cessione del controllo del 51% di Smith Barney, passato a Morgan Stanley per 2,7 miliardi. Citigroup si avvia dunque a perdere la connotazione di banca supermercato dotata di un ventaglio diversificato di attività bancarie per concentrarsi sulle tradizionali attività per le aziende e al dettaglio. La ristrutturazione, si apprende dal gruppo, sarà portata a termine nel più breve tempo possibile.
Contestualmente all’annuncio relativo alla nuova fisionomia del gruppo Citigroup ha anche reso noto il suo quinto rosso trimestrale consecutivo. L’ultimo scorcio di 2008 si è infatti chiuso in forte perdita per Citigroup. La banca ha riportato una perdita per azione pari a 1,72 dollari, ben oltre le attese che erano ferme a 1,08 dollari. Hanno pesato svalutazioni per 5,6 mld di dollari che hanno portato il rosso del quarto trimestre a 8,29 miliardi di dollari. Nello stesso periodo dello scorso anno la banca aveva perso 9,83 miliardi. Il fatturato risulta in calo da 6,42 a 5,59 miliardi di dollari, con Tier 1 Capital Ratio all’11,8%. Per quanto concerne l’intero 2008 la perdita netta del gruppo bancario ammonta a 18,72 mld di dollari. Lo scorso anno i tagli alla forza lavoro sono stati complessivamente di 52.00 unità.