A cinque anni dall’inizio della crisi indice Ftse Mib tra i più penalizzati, rialzi record per le materie prime
La crisi finanziaria partita oltreoceano dai mutui subprime ha compiuto cinque anni. Un anniversario che molti preferirebbero evitare di ricordare ma che ha preso il via il 9 agosto del 2007 quando la banca francese Bnp Paribas decideva di congelare tre dei suoi fondi che investivano in Abs, le obbligazioni garantite da mutui immobiliari subprime.
Da quella data il mondo finanziario è stato caratterizzato da una serie di eventi inimmaginabili fino ad allora come il fallimento di una delle regine di Wall Street Lehman Brothers e l’haircut dei titoli di Stato della Grecia per arrivare alla crisi del debito pubblico dei Paesi periferici della zona euro. Una serie di eventi che ha profondamente condizionato e mutato le scelte degli investitori. L’edizione odierna del Financial Times ha pensato di ricordare la cosa misurando la performance (total return) messe a segno dalle principali asset class in valuta locale.
In termini di rendimenti, dall’agosto del 2007 spiccano i rialzi messi a segno da alcune commodity come il mais (+146%), l’oro (+144%) e il petrolio Brent (61%). Ad una certa distanza spiccano i rialzi messi a segno dai titoli di Stato di Gran Bretagna (54%) e Germania (+26%). Distaccate, dopo le obbligazioni societarie emesse in dollari Usa ed euro, ci sono i primi indici azionari. Si tratta dell’indice Ftse 100 (+12,8%) e dall’S&P 500 (+7,76%).
In fondo alla classifica stilata dal Financial Times c’è la Borsa di Atene (-85%), l’indice settoriale Stoxx 600 Banks (-72%) e poi il nostro Ftse Mib (-54%). Nemmeno la Borsa cinese è riuscita a salvano dalla vendite visto che negli ultimi 5 anni l’indice Shangai Composite ha registrato una flessione del 50 per cento.