Cina: target economici sotto pressione, focus sui dati di questa notte
Nuvole grigie si addensano sulla Cina. Per la seconda economia mondiale si prospetta un autunno ricco di sfide, in cui sarà cruciale per il governo di Pechino il raggiungimento dei target economici fissati ad inizio anno.
Con l’economia sotto pressione nella seconda parte dell’anno in corso, la Cina “avrà bisogno di sforzi ardui per raggiungere gli obiettivi economici annuali” ha dichiarato Xu Shaoshi, presidente della National Development and Reform Commision (NDRC), in un’intervista rilasciata alla stampa locale.
Per l’esperto della NDRC i target economici di Pechino potrebbe subire pressioni in particolar modo per quanto riguarda gli obiettivi per investimenti e commercio, e questo perché, spiega “Attualmente, le fondamenta per uno sviluppo economico stabile non sono abbastanza solide e le pressioni al ribasso rimangono ampie, con difficoltà che è difficile sottostimare“.
In questo quadro, descritto da Shaoshi, assume ancor maggior rilievo il dato PMI Manifatturiero di agosto in uscita questa notte. L’ultima rilevazione, relativa a luglio, ha fatto registrare un valore dell’indice pari a 50,6 punti. Le stime degli analisti raccolte da Bloomberg per il dato di agosto si attestano ad un livello più basso, pari a 50,1 punti.
Se i timori espressi da Shaoshi fossero veri, ed il dato di giovedì fosse inferiore alle attese, potremo assistere ad un sensibile peggioramento del quadro economico della seconda economia mondiale nella seconda parte del 2016.
Il mercato rimane in attesa. Se da un lato lo scorso 18 agosto l’agenzia Moody’s aveva alzato le proprie stime di crescita del prodotto interno lordo cinese, dall’altro molti analisti internazionali hanno fatto scattare gli allarmi sulle evidenze di ribilanciamento dell’economia cinese.
Gli esperti dell’agenzia di rating ritengono valide le imponenti misure di stimoli fiscali e monetari messi in atto dalle autorità cinesi. D’altro canto il 2015 ha segnato la crescita più bassa degli ultimi 25 anni, e alcuni dati macroeconomici rilasciati nell’ultimo mese, soprattutto quello relativo agli investimenti (tasso di crescita più basso dal 1999) hanno confermato le preoccupazioni sulla congiuntura del Paese.