Notizie Notizie Mondo Cina: lusso e auto i settori più colpiti in Europa, scendono le valute emergenti. Acquisti sul Bund

Cina: lusso e auto i settori più colpiti in Europa, scendono le valute emergenti. Acquisti sul Bund

12 Agosto 2015 13:09
Il settore auto europeo sbanda dopo l’ulteriore svalutazione dello yuan, vista come un tentativo della Banca centrale cinese di arginare il rallentamento dell’economia del Dragone. Il nuovo taglio dell’1,62% del fixing giornaliero del renminbi contro il dollaro Usa potrebbe quindi rendere più difficili le esportazioni verso il Paese asiatico, che sta già scontando una flessione dei consumi interni. A luglio le importazioni cinesi sono scese per il nono mese consecutivo, mentre le esportazioni hanno mostrato una contrazione dell’8,3 per cento.
E proprio verso la Cina è molto esposto il comparto europeo delle quattro ruote, in modo particolare le case automobilistiche tedesco. Un esempio è Volkswagen che in Cina realizza il 9% del suo fatturato e genera circa il 20% del risultato operativo. Guardando le Borse europee sono infatti Francoforte (Dax -2,30%) e Parigi (Cac 40 -2,40%), dove i big dell’auto rivestono un ruolo di primissimo piano, a registrare le performance peggiori. 
A Francoforte fioccano le vendite sulle principali compagnie automobilistiche: Daimler cede il 3,90%, Volkswagen il 2,80% e Bmw il 3 per cento. Stesso discorso per i big francesi a Parigi: Renault arretra del 2,80% e Peugeot del 4,10 per cento. E così l’indice settoriale STOXX Europe 600 Auto & Parts lascia sul parterre circa 4 punti percentuali.
Lo stesso discorso si può fare anche per il comparto del lusso che negli ultimi anni ha trovato nella Cina uno dei suoi porti preferiti. A questo trend non si sottraggono le maison italiane del lusso, che a Piazza Affari sono colpite da forti vendite per la seconda seduta consecutiva: Salvatore Ferragamo cede il 3,80%, Moncler il 3,20%, Tod’s il 3,20% e Luxottica il 3,70 per cento. 
Un altro settore fortemente penalizzato è quello delle valute emergenti asiatiche, ovvero di quei Paesi che traggono una fetta vitale del proprio Pil dagli scambi commerciali con la Cina. Ne è la dimostrazione il grafico (vedi grafico) dell’indice Bloomberg JPMorgan Asia Dollar, paniere che raggruppa le più attive valute asiatiche emergenti contro il dollaro Usa, sceso ai minimi degli ultimi sei anni.

Bloomberg JP Morgan Asia Dollar Index

Chi invece sta beneficiando delle tensioni cinesi sono i titoli di Stato dell’Eurozona e, in particolare, il Bund tedesco che torna ad assumere il suo ruolo di bene rifugio. Il rendimento del bond tedesco decennale è sceso allo 0,62%, mentre il tasso del biennale è negativo per circa lo 0,29%, livello minimo dalla riunificazione della Germania