Notizie Notizie Italia Certificati verso un 2019 da record, Equity Protection e Digital i più di tendenza. Prevalgono le cedole mensili

Certificati verso un 2019 da record, Equity Protection e Digital i più di tendenza. Prevalgono le cedole mensili

24 Maggio 2019 16:15

I dati sull’andamento dell’ammontare collocato nel mercato primario dagli associati ACEPI rivela che il mercato è in crescita. Il 2018 è stato l’anno record in termini di ammontare allocato sul mercato primario. Cosa molto positiva per il settore visto che dopo il 2015, un anno di grande soddisfazione, il biennio successivo era stato piuttosto interlocutorio, per l’impatto delle sfide regolamentari. Il 2018 si è chiuso invece con volumi significativi. Tendenza che sta continuando nel 2019 che si prospetta essere un anno molto interessante, visto che nel primo trimestre 2019 sono stati collocati il 50% di tutto l’ammontare collocato nel 2018. Una conferma dunque del trend di crescita.

 

Se guardiamo alla tipologia di certificati, il 2018 si è chiuso con una prevalenza dei prodotti a capitale condizionatamente protetto, mentre nel 2019 si sta rilevando esserci una prevalenza di prodotti a capitale protetto. Perché? A causa dell’incertezza che si comincia a respirare sui mercati.

 

Approfondendo l’indagine siamo andati a vedere quali sono le tipologie di certificates che hanno riscosso maggior successo nel 2018. Per la categoria a capitale protetto i due macrotipi più collocati sono stati gli Equity Protection e i Digital, che hanno chiuso il 2018 col 22% di collocato sul totale. Per i certificati a capitale condizionatamente protetto, le tre strutture più collocate sono quelle dei Bonus, i Cash Collect e gli Express. Sono cresciuti soprattutto i Cash Collect e gli Express, i quali danno cedole durante la vita del certificato. Emerge dunque la ricerca da parte degli investitori di cedole durante il periodo di vita del certificato, soprattutto se accompagnato all’autocallability.

I riscontri dei primi 3 mesi 2019: Certificati Digital in testa

Il primo trimestre 2019 si è chiuso con un 24% di collocamento per gli Equity Protection, 43% per i Digital con struttura a capitale protetto. Bonus Cap, Cash Collect ed Express sono rimasti stabili sulle percentuali degli ultimi 5 anni.

 

Quanto ai sottostanti, i più utilizzati nel 2018 sono stati azioni e indici e nell’ultimo periodo si è assistito ad una crescita dell’utilizzo di basket di azioni. Interessante anche vedere come si evoluto il settore circa le barriere. Nel primo trimestre 2019 la stragrande maggioranza dei prodotti usa barriere di tipo discreto (80%) vs il 20% delle barriere continue. Anche come posizionamento delle barriere, ovvero la distanza della barriera dallo strike inziale, tendenzialmente i prodotti a barriera discreta la pongono al 65% dello strike, mentre la barriera americana è al 71% dello strike. Infine, quanto alla frequenza delle cedole, quello che si nota è che mentre i primi certificati a cedola erano a prevalenza di cedole annuali, col tempo si è andati sempre di più verso una maggior presenza di cedole nel corso dell’anno, fino ad arrivare, negli ultimi anni, alla prevalenza delle cedole mensili.

 

I dati testimoniano dunque una crescita del mercato dei certificati d’investimento, spiegata in parte dalla ricerca di rendimenti attraverso tutte le strutture con cedola, dall’altro dalla protezione totale o condizionata di questi prodotti.

 

Mercato secondario: nel 2019 dominano per volumi i certificati a capitale protetto

 

Quando si parla di mercato secondario dei certificati e derivati cartolarizzati in Italia ci si riferisce al SeDex e al Cert-X, il segmento di Euro TLX dedicato alla negoziazione dei certificati di investimento, dei certificati a leva e dei Covered Warrant. Il Sedex è il mercato principale. In esso possiamo troviamo la più ampia articolazione di derivati cartolarizzati, non solo certificati d’investimento ma anche Covered Warrant. Questi ultimi rappresentano circa il 60%, essendo circa 6.000 su oltre 10.000 prodotti quotati. I certificati d’investimento invece sono 1.700 prodotti (il 18% delle quote di mercato). Tra i certificati a leva abbiamo i leva fissa che rappresentano il 60% dei volumi scambiati e i certificati leverage classe A. Sul Cert-X abbiamo principalmente certificati d’investimento.

 

I numeri del secondario rispecchiano il trend crescente del mercato primario. Dal 2015 fino ad aprile 2019 siamo passati da 7.000 a oltre 12.000 prodotti listati. Per quanto riguarda l’andamento dei volumi, su Cert-X questo è stato importante e rispecchia il buon andamento dei prodotti d’investimento, mentre i prodotti di trading hanno visto una certa contrazione. Se guardiamo i primi 4 mesi 2019, a gennaio e febbraio i due mercati hanno scambiato circa 1,7 miliardi, a marzo e aprile sono saliti a 2,5 miliardi, con il raddoppio dei volumi sul Cert-X. Questo probabilmente molto legato alla bassa volatilità di questi primi 4 mesi (tornata ai minimi storici) che non favorisce i certificati a leva. I certificati a leva fissa sul SeDex si stanno assestando in una fase di maturazione del segmento e dal 2016 al 2018 hanno prodotto volumi di 11 miliardi all’anno rispetto ai picchi precedenti. Ciò nonostante questa riduzione dei volumi del secondario dei prodotti di trading ha riguardato un po’ tutti i mercati europei.

 

A livello Europeo, la Germania rimane il principale mercato secondario con 109 miliardi negoziati nel 2018, l’Italia è il secondo mercato in termine di volumi scambiati con 17 miliardi e Cert-X ha scambiato quasi 5 miliardi nel 2018.

 

Quanto agli operatori, sul SeDex, la lista di intermediari ne conta 40 (di cui 37 attivi), tra primarie banche Italiane e internazionali. Se guardiamo invece alla market share degli emittenti, i primi tre generano il 41% dei volumi del mercato, i primi cinque il 59% e i primi dieci l’86% della market share. Questo tasso di concentrazione rimane più o meno lo stesso di 5 anni fa.

 

Per quanto riguarda i certificati d’investimento il secondario rispecchia il primario. Siamo passati da 2.500 prodotti quotati nel 2015 ad oltre 4.300 a fine aprile 2019, con un forte incremento di Cert-X. In termini di volumi nei primi 4 mesi di quest’anno sui certificati d’investimento si è registrato un trend crescente. La categoria di sottostanti più scambiata è quella degli indici esteri (Euro Stoxx 50, Dax ecc…), al secondo posto troviamo le azioni italiane, poi i basket di titoli, le azioni estere, il Ftse Mib e le altre categorie di sottostanti.

 

Per quanto riguarda la ripartizione per tipologie, dei 4.300 prodotti listati d’investimento, quasi la metà sono Express, oltre 1.000 di tipo Bonus e poi Cash Collect e Outperformance. Infine, i Benchmark e i capitale protetto. Se è vero che i certificati a capitale protetto sono meno del 10% del totale in termini di numerosità di prodotti, se guardiamo i volumi, il risultato è invertito. Quasi la metà dei volumi scambiati nei primi 4 mesi 2019 è nella categoria dei certificati a capitale protetto, seguita poi dagli Express, Bonus e Cash Collect.