Centenario Abi, Visco e Patuelli parlano di spread: ‘scenda di più, va azzerato’
La coppia Patuelli-Visco coglie l’occasione del centenario dell’ABI che si celebra oggi a Milano per lanciare nuovi messaggi al governo. Diverse sono state le dichiarazioni rilasciate da entrambi: Antonio Patuelli, numero uno dell’Abi, ha auspicato anche un azzeramento dello spread, mettendo in evidenza i pericoli che nascono da un debito pubblico elevato. La stessa cosa ha fatto Ignazio Visco, numero uno di Bankitalia, sottolineando che, sebbene sotto la soglia di 200 punti base, lo spread BTP-Bund deve scendere ancora. Anche perchè, ha sottolineato, se è sceso sotto quota 200 il merito è stato della Commissione europea, che ha deciso di non procedere con una procedura di infrazione contro l’Italia. Ed è dunque fondamentale, ha detto Visco, che la politica di bilancio del governo rimanga prudente.
“Con la decisione della commissione europea di non raccomandare l’avvio di una procedura per disavanzo eccessivo, a seguito della riduzione dell’indebitamento netto atteso per l’anno in corso, il differenziale di rendimento tra le obbligazioni pubbliche decennali del nostro paese e quelle tedesche è sceso ulteriormente, al di sotto, ieri, dei 200 punti base – ha detto intervenendo all’assemblea dell’Abi il governatore di Bankitalia – Per consolidare questi risultati e ridurre ulteriormente il costo del debito pubblico – ha continuato, in quello che è sembrato un messaggio rivolto al governo M5S-Lega – l’orientamento prudente della politica di bilancio andrà confermato in un quadro di più lungo periodo. Se il calo dello spread continuasse e il costo del debito scendesse sotto il tasso di crescita nominale del Pil, come già è avvenuto negli altri paesi dell’area euro, sarebbe più facile ridurre l’incidenza del debito sul prodotto”.
Ancora più forte è stato il monito che Antonio Patuelli ha lanciato in merito alla questione del debito pubblico italiano:
“Sempre crescente dalla fine degli anni Sessanta, è la principale palla al piede dello sviluppo e dell’occupazione”. Patuelli ha ricordato anche che l’Italia raggiunse il ‘miracolo economico quando il debito pubblico era infimo“. Invece, “nell’ultimo ventennio, il debito pubblico è raddoppiato”. E’ stato il suo “continuo incremento la principale causa dello spread che, quando è alto, innesta una catena di conseguenze: si alzano i tassi sui titoli di Stato italiani e ciò può creare una pericolosa e onerosa catena di aumenti del costo del denaro per banche, imprese e famiglie”.
Praticamente, ha avvertito Patuelli, lo spread “impoverisce gli italiani” ed è necessario azzerarlo:
“Non è possibile sempre riuscire a limitare i costosi effetti dello spread. L’Italia deve operare più efficacemente anche contro l’evasione fiscale e perchè lo spread torni vicino allo zero come nel primo decennio dell’euro”.
Patuelli e Visco hanno parlato, ovviamente, anche delle condizioni di salute in cui versano le banche italiane. Patuelli ha messo in evidenza tutti i sacrifici compiuti dal sistema bancario del paese che, a suo avviso, ha fatto “una specie di multiplo salto mortale contemporaneamente, affrontando le conseguenze della crisi con i crediti deteriorati, i forti cambiamenti normativi con circa il raddoppio delle soglie minime di capitale, le continue trasformazioni tecnologiche, la ricerca di nuove attività e mercati, la lotta continua per ridurre i costi di struttura con infimi margini di interesse”.
Praticamente “le banche in Italia hanno stupito il mondo per i positivi cambiamenti realizzati, riducendo le sofferenze prima delle previsioni, con flessibilità ed efficienza”.
Ma il numero uno dell’Abi ha sottolineato anche che “il capitalismo è ancora debole e le banche sono impegnate più che altrove per il sostegno delle imprese”.
A proposito di banche italiane, Visco ha dal canto suo lanciato l’auspicio che esse avviino “rapidamente” una fase di aggregazione. Negli ultimi anni, ha fatto notare il numero uno di Bankitalia, e fino alla prima parte del 2018, le situazioni di crisi “più problematiche” delle banche italiane minori “sono state gestite attraverso soluzioni di mercato che hanno permesso di tutelare la stabilità finanziaria e di salvaguardare i depositanti”.
Tuttavia, nel contesto attuale di mercato, “l’appetibilità degli investimenti nel capitale delle banche minori si è sensibilmente ridotta. Le operazioni di ristrutturazione sono divenute più difficili, anche per la percezione di una maggiore incertezza circa il loro possibile esito”. Visco ha affermato anche che gli stress test europei sugli istituti dovranno essere migliorati e che nelle scorse settimane Palazzo Koch ha presentato una proposta
“La percezione che i costi delle prove di stress siano divenuti elevati rispetto ai benefici ha portato ad avviare una riflessione su come migliorare questo strumento”.
Antonio Patuelli ha tenuto poi a precisare che le banche italiane non cercano “regali” ma regole migliori che non le mettano in difficoltà nell’arena della competizione internazionale.
“Indipendenti sempre e mai isolati, non attori del dibattito politico, non cerchiamo regali e chiediamo regole che non penalizzino le banche nella competizione europea e internazionale. Mai inerti, con intensa e costruttiva collegialità stiamo celermente costruendo la nuova Abi, più aperta, connessa e dinamica, mai rassegnata, impegnata a fare sempre più, mai sazia di obiettivi raggiunti, orgogliosa dei risultati, mai arrogante”.